In Nazionale sì, al Napoli no. Un destino buffo quello di Giacomo Raspadori, forse fortunato nell’aver incontrato sul proprio cammino azzurro Luciano Spalletti come commissario tecnico, probabilmente l’unico in grado di dargli la possibilità di vedere ancora Coverciano, dopo lo scarso minutaggio accumulato con la gestione di Antonio Conte. Raspadori, infatti, è una riserva a tutti gli effetti e, probabilmente, anche una delle ultime, sicuramente dietro Giovanni Simeone. In tredici giornate di campionato sono solo 6 le presenze, di cui 2 da titolare accumulate quando Romelu Lukaku non era ancora un giocatore partenopeo.
Dall’arrivo del belga per lui le strade per il campo si sono chiuse e il suo impiego è sceso drasticamente con 49′ giocati da agosto e divisi in tre partite. L’unica eccezione è stata in Coppa Italia, quando è partito titolare contro Modena e Palermo, realizzando un assist nella sfida ai siciliani. Numeri troppo scarni per pensare di meritare la Nazionale eppure, quando Spalletti dirama la lista dei convocati, il punto di partenza sembrerebbe essere proprio il classe 2000, allenato nel corso della sua esperienza napoletana, quando ha ottenuto il terzo Scudetto della sua storia.
Le parole di Raspadori sul futuro
Non è strano, quindi, che lo stesso Raspadori rifletta sul suo futuro con la possibilità di partire forse già da gennaio. A confessarlo, d’altronde, è lui stesso in un’intervista rilasciata ai microfoni di Viva Azzurro Tv, la web tv della Nazionale italiana: «A 24 anni non mi considero più un giovane, anche se per tanti può essere così. Sono molto ambizioso, ho diversi obiettivi. In questo momento della carriera vorrei completare la mia maturazione cercando di trovare spazio e continuità, di avere un minutaggio che mi porti a potermi esprimere al meglio. Sono convinto delle mie qualità e di avere ancora tanto da tirare fuori».
E il Napoli?
Il Napoli sposa la sua stessa linea di pensiero. Arrivato nell’estate del 2022 per 35 milioni di euro, dalla Campania si sono resi conto che rientrare di quella spesa è una missione impossibile e che, se perseguita, rischia solo di essere un limite per la crescita del club, per la lista e per il tetto ingaggi (viene pagato 4,6 milioni di euro lordi). Motivo per cui già dalla finestra di mercato invernale il club partenopeo starebbe pensando di lasciar partire il calciatore, anche in prestito, aprendosi lo spazio per un nuovo innesto in attacco più funzionale al gioco e alle idee tattiche di Antonio Conte.