Wawrinka torna a parlare del caso Sinner: “Il tennis ha perso credibilità”

Dopo aver tagliato il traguardo dei 40 anni a fine marzo nel corso del challenger di Napoli, Stan Wawrinka continua ancora a competere nel circuito e, ospite di Eurosport, ha trattato molti temi interessanti.
Il caso Sinner
Secondo l’elvetico, la vicenda riguardante Jannik Sinner ha fatto perdere credibilità all’intero movimento: “Cosa c’è di sbagliato nel caso Sinner? Il modo in cui è stato gestito, la comunicazione. Il fatto che non si sia saputo qualcosa fin dall’inizio, così si toglie credibilità a quello che succede. L’abbiamo visto nei casi degli ultimi anni. Alcuni sono stati sospesi due anni perché si sono dimenticati di comunicare esattamente un indirizzo, in più si è gestita la cosa in un modo che, secondo me, fa del male al tennis molto semplicemente perché alla fine ci si chiede qual è la battaglia che si sta cercando di vincere. Se si cercano davvero i giocatori positivi o alla fine si riduce tutto ad avere un avvocato bravo che ti fa uscire nel miglior modo possibile”.
Wawrinka e il rapporto con Federer
Lo svizzero ha, poi, parlato di cosa significhi avere come connazionale Roger Federer e vivere nella sua era: “Non si possono cambiare le situazioni, non si può cambiare ciò che accade intorno a noi. Non potevo cambiare il fatto che Roger fosse svizzero e che fosse il più grande giocatore di tutti i tempi. Non si possono decidere i risultati di altri giocatori, quelli della nostra generazione. Possiamo solo concentrarci sulla nostra carriera. È quello che ho sempre fatto e ho sempre voluto essere la versione migliore di me stesso. Ho avuto la fortuna che lui fosse già al top del suo gioco quando sono arrivato nel circuito. Mi sono allenato molto con lui e ho parlato tanto con lui di tennis e di altre cose. Ho sempre cercato di trarre il meglio dalla situazione per cui dirò sempre che per me è stata un’enorme opportunità”.