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Milano Premier Padel P1, “Bela, Bela, Bela!”: l’ultimo coro per Fernando

“Non potevo sapere che vuol dire smettere, ora lo so e sono tranquillo”.
Credits Photo: Padelfip

L’ultimo colpo di Bela è un rovescio che finisce inghiottito dalla rete. Vincono Garrido e Bergamini 6-3 6-4 e il primo quasi si nasconde aggrappato alla grata con la mano a coprire il volto. Il secondo non esulta neanche. Lucas e Javi vorrebbero sparire – quasi – perché ogni giocatore sogna di scrivere la storia, ma non di farlo così, con le emozioni che girano al contrario. Perché questa è la vittoria dell’addio del più grande di sempre.

L’ultima sfida e un epilogo al quale, al primo dei tre match point sul 4-5, si ribella con due ‘por tres’ di fila che finiscono fuori dal campo e tengono il match ancora acceso. Non vuole mollare Bela, perché un ‘Belasteguin nunca se rinde’.  Un Belasteguin non si arrende mai. Ha provato a piegare il tempo, lo ha fatto fino a 45 anni, più della metà dei quali dedicati alla carriera più incredibile della storia del padel. Sedici anni da numero uno sono un abito stretto per chi più di tutti ha trasformato il padel in uno sport globale ispirando generazioni di giocatori. E infatti piange a dirotto Garrido quando parla da vincitore con la faccia di chi ha perso. Piange Bergamini mentre tutto l’Allianz Cloud è in piedi a salutare Bela.

E piange anche lui, Fernando, come piange Tino Libaak, che all’improvviso sembra molto più giovane dei suoi 19 anni.  Un bimbetto che singhiozza disperato. ”Bela, Bela, Bela!”. Lui, Fernando, allarga le braccia, saluta, piange, abbraccia e poi piange di nuovo. A bordo campo c’è tutto il gotha del padel: Di Nenno, Tapia, Yanguas, Galan, Chingotto, il presidente della FIP Luigi Carraro e l’inseparabile amico del cuore Gianluca Vacchi. E poi la gente, la sua gente. Urla un ragazzino: “Bela non ci lasciare!” mentre il match si mette in salita nel primo set, con quel break al quarto game sul servizio di Tino. “Bela, Bela” urla la folla quando proprio lui, Fernando, subisce un break che è una pugnalata alla speranza nel quinto gioco del secondo set.

Il gioco fisico di Bergamini e Garrido è un rito di erosione degli avversari, che pure se la giocano, tentano di ribellarsi a una storia che pare già scritta e così sarà dopo un’ora e 28 minuti di gioco. Sono le 21 e 38 (ora italiana) e sul Centrale del Milano Premier Padel P1, nel cuore dell’Allianz Cloud, finisce la carriera del più grande di tutti. E da lì, è rito di celebrazione, con l’organizzatore del torneo, il Ceo di NSA Marco Gamberale che entra in campo e premia Fernando scappando subito dopo con discreta eleganza, quasi per non intromettersi nell’abbraccio di Bela con la sua gente. In un mare di applausi, la ‘Leyenda’ prende il microfono e per i suoi fan è una musica struggente: “Con i riconoscimenti che ho ricevuto quest’anno, ho vinto più trofei che negli ultimi cinque anni – scherza – non si può sapere quale sensazione si possa provare quando si smette di giocare. Ora lo so ma sono molto felice, molto tranquillo. Avevo già deciso da un bel po’ di tempo di giocare tutta la stagione del 2024. Ho avuto più momenti difficili che belle partite, ma volevo andarmene come ho fatto durante tutta la mia carriera. Lottando, combattendo, buttandomi a terra, litigando con l’arbitro, colpendo il vetro con una racchettata. Volevo andarmene con la mia essenza, quella di combattere. E sono molto tranquillo perché ho fatto tutto il possibile. Ho avuto la fortuna di chiudere 30 anni di carriera professionistica quando l’ho deciso io. Molte volte lo sport ti costringe a smettere molto tempo prima. E ora sono già 10 o 15 minuti che sono un ex giocatore professionista. E sono molto tranquillo, davvero molto tranquillo”. Meno male, Fernando. Ma sappi che dalle 21 e 38 ora italiana del 5 dicembre 2024, il padel non sarà mai più lo stesso.