NADO Italia dà ragione a Sinner, ma le critiche di Pellegrini e Williams infiammano i social

Nonostante Jannik Sinner abbia messo un punto sulla vicenda di doping che l’ha visto coinvolto nell’ultimo anno, concordando con la WADA una squalifica di tre mesi dal 9 febbraio al 4 a maggio, il caso Clostebol continua a riempiere le prime pagine di ogni giornale.
NADO Italia sta con Sinner
L’Organizzazione Nazionale Antidoping (NADO) italiana ha spiegato perché non è stato presentato ricorso contro la sentenza di assoluzione emessa dall’ITIA nei confronti del nativo di San Candido: “L’istituzione preposta ha fatto tutte le valutazioni sulla base di documenti che aveva e hanno rispettato le procedure. NADO non ha presentato ricorso perché riteneva che non ci fossero elementi tali, mentre la WADA sì. La WADA ha già comunque preso in esame questo genere di casi, quelli di doping inconsapevole e di contaminazioni. Nel 2027 ci sarà il nuovo codice mondiale antidoping che aggiornerà gli standard internazionali e noi siamo parte attiva di questo processo”.
Pellegrini e Williams infiammano i social
Non sono, invece, dello stesso avviso due grandissime campionesse come Federica Pellegrini e Serena Williams che sottolineano una disparità di trattamento tra l’altoatesino e altri casi simili, attirandosi tantissime critiche da parte dei sostenitori del tre volte vincitore di Slam al punto che l’ex nuotatrice è dovuta intervenire per chiarire il proprio punto di vista: “Rimango della mia pacata opinione nonostante il modo di porsi nei miei confronti continui ad essere aggressivo/repressivo. Non ho altro da aggiungere”.
Nonostante l’amicizia con Sinner, anche l’ex n. 1 al mondo della classifica WTA è particolarmente critica sulla gestione del caso Clostebol: “Se l’avessi fatto io, avrei avuto 20 anni. Siamo onesti. Mi avrebbero tolto i tornei dello Slam. Ne avreste sentito parlare in un altro multiverso. Stranamente e curiosamente, non posso fare a meno di pensare a Maria Sharapova per tutto questo tempo perché lei ha avuto una squalifica di ben due anni, poi ridotta a 15 mesi. Non posso fare a meno di provare pena per lei”.