Tennis

Murray a cuore aperto: “La rivalità con Nole utile per colmare le mie lacune. E su Federer…”

Dopo aver prolungato la propria collaborazione con Djokovic fino a Wimbledon, Murray si è sbottonato un po’ sul nuovo ruolo di coach
Il tennista Andy Murray
Andy Murray (Getty Images)

Il Times ha ufficializzato la prosecuzione della collaborazione tra Novak Djokovic e Andy Murray con lo scozzese che è intervenuto allo Sporting Misadventures podcast, parlando un po’ del suo nuovo ruolo di allenatore.

La conoscenza del gioco di Djokovic compensa le lacune da coach

Come sempre, l’ex numero uno al mondo è molto diretto e sincero: “Penso che la mia prospettiva sul gioco di Novak sia unica e mi permetta di compensare alcune di quelle debolezze e difetti che dovrei avere come coach perché ho lottato contro di lui nelle partite più importanti sui palcoscenici più importanti in un periodo di 10-12 anni. Ho studiato molto il suo gioco. Ho anche sperimentato cosa significhi giocare contro di lui, abbiamo avuto diverse conversazioni e spero che gli siano state utili: so che se fossi stato un giocatore, al posto suo, l’avrei trovato utile. Non tutti sanno eseguire quello che un coach gli chiede di fare e la cosa più incredibile di Djokovic è questa: il modo in cui è stato in grado di eseguire la strategia che pensavo l’avrebbe aiutato, grazie alle sue abilità tecniche e al modo in cui colpisce la palla”.

A Murray sarebbe piaciuto allenare Federer

Interessanti le considerazioni di Sir Andy sugli altri Big Three, in particolare Roger Federer: “So che, se avessi potuto sentire da Novak, Federer o Nadal cosa dava loro fastidio quando giocavamo contro, sarebbe stato di grandissimo aiuto per me saperlo. Magar è brutto dirlo, perché in realtà so quanto duramente lavorasse, ma Federer è incredibilmente naturale e sarebbe stato in grado di fare qualsiasi cosa gli avessi chiesto: sarebbe stato semplice d’allenare”.