Tennis

L’ITIA risponde alle accuse della PTPA di Djokovic e Kyrgios: “Orgogliosi del nostro ruolo”

Coscienza pulitissima per l’ITIA che è stata chiamata in causa dalla PTPA per il caso di doping riguardante Jannik Sinner
Nick Kyrgios e Novak Djokovic
Nick Kyrgios e Novak Djokovic a Wimbledon 2022 (Getty Images)

Il mondo del tennis è stato scosso dall’azione legale promossa dalla PTPA, fondata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil con Nick Kyrgios tra i firmatari, nei confronti di ATP, WTA, ITF e ITIA con quest’ultimo organismo chiamato in causa soprattutto per la gestione del caso di doping riguardante il nostro Jannik Sinner.

L’attacco della PTPA verso Sinner e l’ITIA

Nel comunicato che si compone di ben 163 pagine, la PTPA mette in relazione il trattamento di favore avuto dal nativo di San Candido con la buona condotta tenuta dall’azzurro con l’ITIA: “L’ITIA ha dimostrato nell’agosto 2024 che il suo approccio autoritario è arbitrario e selettivo. Quel mese, l’ITIA ha annunciato che Jannik Sinner, il n. 1 al mondo, era risultato positivo due volte a uno steroide anabolizzante vietato all’inizio di quella stagione. A differenza del comportamento tenuto verso altri giocatori, l’ITIA ha accettato la spiegazione di Sinner secondo cui il suo fisioterapista aveva applicato accidentalmente una sostanza vietata sulla pelle di Sinner durante il trattamento. Come risultato della sua immediata accettazione, l’ITIA ha concluso che Sinner non aveva “alcuna colpa o negligenza” per il suo test positivo e gli ha permesso di competere negli US Open 2024 che Sinner ha, poi, vinto. Non c’è stata alcuna indagine che si sia trascinata per oltre un anno su un giocatore di spicco che non aveva espresso alcun problema con il cartello”.

La risposta dell’ITIA

Non si è fatta attendere la replica dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency): “Prendiamo atto dell’azione proposta dalla PTPA contro gli organi di governo del tennis, tra cui l’ITIA. Uno sport internazionale credibile richiede solidi programmi antidoping e anti-corruzione e siamo orgogliosi del nostro ruolo nel contribuire a uno sport pulito e leale”.

Nessun favoritismo per Jannik

Prima dell’azione legale promossa dalla PTPA, la CEO dell’ITIA, Karen Moorhouse, aveva puntualizzato che non c’era stato alcun tipo di favoritismo nei confronti del n. 1 della classifica ATP: “Sia nel caso di Sinner che in quello di Swiatek le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni previsto e poiché il ricorso ha avuto successo i provvedimenti temporanei non sono stati resi pubblici. Se avessimo fatto le cose in maniera differente ci saremmo trovati ad infrangere le nostre stesse regole. Se meditiamo un cambiamento? Alcuni sport, come l’atletica, decidono di annunciare immediatamente sospensioni provvisorie. Altri, soprattutto gli sport di squadra, non li annunciano mai. Il tennis per ora si è dato questa regola dei dieci giorni”.