La promessa di Cahill: “Non allenerò più nessuno dopo Jannik”
Non è stato un anno come gli altri per il co-coach di Jannik Sinner, Darren Cahill, che segue l’azzurro in simbiosi con Simone Vagnozzi e ha rilasciato una interessante intervista alla Gazzetta dello Sport e al Corriere della Sera alla vigilia delle ATP Finals di Torino: “Com’è andato questo 2024? Un quadro bellissimo con tante sfumature a partire da come ha giocato Jannik fino alla sua maturità nell’affrontare le difficoltà della vita; non vediamo l’ora di concludere con questo grande appuntamento in casa davanti al pubblico italiano. Il miglior momento della stagione è stato gli Australian Open perché per un tennista la vittoria in uno Slam è uno dei momenti sognati fin da quando sei bambino, è il risultato di tutto il lavoro, i sacrifici fatti e Jannik lo ha meritato: contro Medvedev ha fatto una grande rimonta e abbiamo visto tutta la sua forza e il rifiuto di una sconfitta”.
L’orgoglio di Cahill per il comportamento di Sinner nel caso doping
Il tecnico australiano ha, poi, parlato di come ha vissuto il caso di doping che ha coinvolto il n. 1 al mondo: “Dopo Miami nel cielo si sono addensate nubi nere, ma dopo c’è sempre uno squarcio di luce. Dopo un momento di shock lui è andato avanti a testa alta, ha affrontato un processo lungo e bisogna provare questa situazione per capire cosa abbia passato. Ora affrontiamo in maniera serena questo nuovo processo, tuttavia la Wada non ha mai messo in dubbio che Sinner sia un giocatore pulito e per noi questa è la cosa più importante. Nel momento difficile lui ha preso per mano noi, ogni volta che può vestirsi da giocatore da tennis e mettere la racchetta quello è la cosa sicura, per lui il tennis è un luogo sicuro che lui ama. Dopo Wimbledon, Naldi e Ferrara non hanno più collaborato con noi, ma non portiamo rancore nei loro confronti per quanto accaduto”.
La promessa dell’aussie per il futuro
In ultimo, Cahill rivela un particolare che può essere interpretato in modo romantico: “Oggi Jannik sa giocare in 5-6 modi diversi e ama cambiare il proprio tennis senza paura di perdere degli incontri se serve per migliorare nel medio-lungo termine. Sarà l’ultimo tennista che allenerò in carriera”.