Tennis

La dedica di Djokovic: “Speciale avere tutta la mia famiglia qui”

Novak Djokovic sembra motivatissimo in questo inizio di stagione e ha spiegato l’importanza di avere l’intera famiglia accanto a lui
Novak Djokovic
Novak Djokovic (Getty Images)

Due vittorie agevoli per iniziare la nuova stagione per Novak Djokovic, soddisfatto del livello di gioco espresso finora a Brisbane in cui ha voluto, innanzi tutto, omaggiare il suo ultimo avversario Gael Monfils, battuto per la 20esima volta in altrettanti confronti diretti: “Giochiamo entrambi da molti anni. Conosco Gael da quando avevo 15 anni e ci siamo sfidati molte volte nel circuito Junior e in quello ATP. Ho un ottimo record contro di lui, ma abbiamo giocato alcune incredibili battaglie l’uno contro l’altro: è uno dei migliori, se non il migliore, atleti nel nostro sport perché è incredibilmente flessibile, agile e veloce. È un giocatore fantastico da guardare e un grande personaggio che attira fan in tutto il mondo per cui ho tantissimo rispetto per lui e spero di poterlo affrontare ancora in futuro”.

Per Djokovic è fantastico avere tutta la famiglia in Australia

Per la prima volta, l’intera famiglia di Nole è presente in Australia: “Sono rimasto sorpreso quando mia moglie mi ha detto che avrebbe voluto portare i bambini in Australia. Non me l’aspettavo perché so che è un viaggio molto lungo, ci sono la scuola e tante altre sfide che come genitori dovremo fronteggiare. Io qui ho le mie cose da fare: se devo giocare trascorro il tempo preparandomi per il match ed è lei a prendersi cura di loro, ma lei è qui per sostenermi e per darmi insieme ai bambini quell’affetto e quell’energia di cui ho bisogno per giocare il mio miglior tennis. Fin qui sta funzionando molto bene, in campo sto bene e sto giocando alla grande. Mi consente anche di non sentirmi in colpa per un’assenza che altrimenti sarebbe stata molto lunga: è una sensazione che in passato quando sono venuto in Australia ho provato, devo ammetterlo, restavo lontano da casa quattro o cinque settimane e ogni volta che ci salutavamo c’erano lacrime e pianti per cui poi inizi a chiederti il perché tu debba continuare a farlo ancora e ancora. Così invece è tutto più semplice e sono ancor più motivato, e anche più calmo, più sereno. Trascorro del tempo di qualità con loro e questo mi consente di non pensare tutto il giorno al tennis e di allentare un po’ la pressione e fin qui si sta rivelando un ottimo equilibrio. È la prima volta che ho tutta la famiglia con me in Australia, questa cosa mi riempie il cuore di gioia e mi permette di giocare il mio miglior tennis; i miei figli mi hanno detto di organizzare due diversi tipi di esultanze: mia figlia mi ha detto di continuare a suonare il violino quando vinco, mentre mio figlio di suonare il sassofono”.