La certezza di Murray: “Più difficile giocare che allenare”
Non è stata una esperienza banale il primo torneo da allenatore di Andy Murray che, al fianco di Novak Djokovic, ha visto il serbo compiere una vera e propria impresa opposto a Carlos Alcaraz nei quarti dell’Australian Open per, poi, ritirarsi in semifinale a causa di uno strappo muscolare; questo infortunio gli impedirà, inoltre, di partecipare al 1° turno di Coppa Davis tra Serbia e Danimarca in programma nel prossimo fine settimana.
Per Murray più facile allenare che giocare
Intervistato dal The Guardian, il tre volte vincitore di Slam fa un paragone tra il ruolo di tennista e quello di allenatore: “È sicuramente più difficile giocare, questo è certo. Non sono d’accordo con chi dice che è più difficile guardare da bordo campo. So quanto può essere stressante essere in campo“.
Andy sente di avere margini di miglioramento in questa professione
Anche se Djokovic gli ha immediatamente riconosciuto enormi meriti dopo il successo con Alcaraz, lo scozzese è convinto di avere ancora molto d’apprendere nel ruolo di coach: “Ho sempre saputo che mi sarebbe piaciuto allenare. Non ho mai pensato il contrario, ma ci sono cose che ho imparato che erano un po’ diverse da ciò che mi aspettavo. Ci sono sicuramente degli aspetti in cui dovrò migliorare, ad esempio l’aspetto tecnico del gioco. Ero molto nervoso durante alcune partite di Novak, ma sono riuscito a staccare al termine del match. Alla fine della partita contro Carlos Alcaraz e nei momenti importanti sentivo il nervosismo, ma nulla di paragonabile a quello che provi quando giochi”.