Tennis

Errani attacca Kyrgios: “Mi è sembrato egocentrico, ma sul caso Sinner…”

Pur criticando in modo netto Nick Kyrgios, Sara Errani non è soddisfatta di come vengano gestiti i casi di doping nel tennis
Sara Errani
Sara Errani (Getty Images)

Reduce da un’annata indimenticabile con l’oro alle Olimpiadi di Parigi in tandem con Jasmine Paolini e il trionfo alla Billie Jean King Cup, oltre al doppio misto vinto agli US Open con Andrea Vavassori, Sara Errani è stata protagonista del podcast ‘Supernova’ di Alessandro Cattelan: “Ho spesso discusso con gli altri tennisti: ho sempre preferito le Olimpiadi a un torneo del Grande Slam. La medaglia era un mio sogno nel cassetto da sempre: quest’anno è stato incredibile e ho realizzato il mio più grande sogno. Quando inizi un torneo sai benissimo che ogni partita è dura, in finale Jasmine era molto tesa e ha fatto fatica nel primo set. Le ho detto di divertirsi e rilassarsi, cercavo di calmarla e, dopo qualche sorriso, lei ha iniziato a colpire come sa fare”.

Il giudizio negativo su Kyrgios

La romagnola ha, poi, parlato del protagonista numero uno sui social Nick Kyrgios: “Non lo conosco personalmente, ma ha una personalità molto forte e a me è sempre piaciuto anche perché vederlo giocare è uno show. Pensando al mio carattere non dovrebbe piacermi, però lui mi piace anche se ultimamente ha fatto un po’ di uscite brutte e infelici: in quel caso non mi è piaciuto tanto. Non parlo solo di quello che ha detto su Sinner, poi quando non sei in giro e giochi meno, hai più tempo per parlare e mi è sembrato egocentrico per cui non mi è piaciuto tanto”.

La critica di Errani su come vengono trattati i casi di doping nel tennis

In ultimo, Sarita non può che affrontare l’argomento di questa off-season relativo ai casi di doping nel tennis: “Caso Sinner? Ne parliamo tra di noi. Siamo arrivate alla conclusione che non è facile, ogni caso ha le sue sfumature e non è possibile generalizzare. Bisogna sapere come sono andate tutte le cose per cui è difficile, ma occorre migliorare le tempistiche perché ci sono atleti che hanno atteso mesi e mesi, mentre altri hanno, invece, risolto in due o tre giorni”.