Tennis

Caso Sinner: una foto lo scagiona o forse no?

Nonostante l’assoluzione da parte dell’ITIA, Jannik Sinner è ormai nell’occhio del ciclone a causa di questa brutta storia di doping
Il tennista Jannik Sinner
Jannik Sinner (Getty Images)

Il caso di doping che ha coinvolto Jannik Sinner durante il torneo di Indian Wells continua a far scalpore nonostante la sentenza di assoluzione del 15 agosto da parte dell’ITIA, agenzia mondiale per l’integrità nel tennis, con tanti tennisti che si sono scagliati contro l’azzurro: oltre a Nick Kyrgios, sono, infatti, arrivate parole di condanna anche da Denis Shapovalov e Lucas Pouille.

Nelle ultime ore, una prova si è aggiunta alla teoria innocentista presentata dal numero uno al mondo e riguarda la foto che immortala il fisioterapista Giacomo Naldi con il dito fasciato durante il match tra l’azzurro e Jan-Lennard Struff in California.

Di conseguenza, c’è la certezza che il membro dello staff del nativo di San Candido si fosse effettivamente ferito in quel periodo in cui Jannik è risultato per due volte positivo al Clostebol, tuttavia sorge un dubbio: se la lesione era, così, protetta in quel particolare momento, diventa complicato credere ad una mancanza di protezione ogni volta che Sinner venisse trattato dal fisioterapista.

Tutto ciò premesso, la contaminazione può essere avvenuta soltanto in un modo: Naldi utilizza lo spray sul dito ferito subito prima di un trattamento con Sinner e, pur con la lesione coperta da una fasciatura, trasferisce il Clostebol al campione altoatesino attraverso il resto della mano che, nel frattempo, non si era lavato e su cui era rimasto del residuo dello spray.

Da italiani e super tifosi di Jannik siamo portati a credere a questa versione, tuttavia bisogna accettare che fuori dal nostro paese la tesi colpevolista stia prendendo sempre più corpo.

Di certo, si parlerà ancora a lungo di questo caso che rischia di fare giurisprudenza anche per il futuro.