Tennis

Caso Sinner, l’ITIA ribadisce: “Nessuna violazione da parte di Jannik”

Nonostante l’accordo tra Jannik Sinner e la WADA per una squalifica di tre mesi, l’ITIA rimane convinta di aver emesso una sentenza giusta
Jannik Sinner
Jannik Sinner (Getty Images)

La sospensione di tre mesi concordata da Jannik Sinner con la WADA ha fatto finire nel tritacarne mediatico l’ITIA (International Tennis Integrity Agency) che aveva, invece, assolto il n. 1 al mondo, ma la CEO, Karen Moorhouse, rimane convinta che la sua Agenzia non abbia sbagliato nulla.

Sinner non ha commesso violazioni

Intervistata da AFP, Moorhouse tiene il punto: “Le nostre regole si basano sul Codice mondiale antidoping che elenca diversi reati che possono essere commessi dall’entourage di un atleta. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale che abbiamo ricevuto, non c’era alcuna giustificazione per perseguire penalmente nessun membro del suo team. Non c’è stata, insomma, alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis”.

La procedura seguita per Jannik è stata quella corretta

Neanche dal punto di vista procedurale, la CEO dell’ITIA arretra di un passo: “Sia nel caso di Sinner che in quello di Swiatek le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni previsto e poiché il ricorso ha avuto successo i provvedimenti temporanei non sono stati resi pubblici. Se avessimo fatto le cose in maniera differente ci saremmo trovati ad infrangere le nostre stesse regole. Alcuni sport, come l’atletica, decidono di annunciare immediatamente sospensioni provvisorie. Altri, soprattutto gli sport di squadra, non li annunciano mai. Il tennis per ora si è dato questa regola dei dieci giorni”.