Caso Sinner, la CEO dell’ITIA lancia l’allarme: “Rischia almeno un anno di squalifica”
L’ottimo esordio di Jannik Sinner nella Opening Week di Melbourne non fa passare in secondo piano il caso di doping che lo vede ancora coinvolto con la CEO dell’ITIA, organismo che ha assolto il n. 1 da ogni accusa, intervenuta a Tennis365.com: “Il caso di Sinner è particolare perché non si tratta di una vera e propria contaminazione”.
Il punto di vista di Moorhouse sul caso Sinner
Karen Moorhouse entra, poi, nello specifico: “Il punto di partenza per una possibile sanzione è di quattro anni, ma se puoi dimostrare che non è doping intenzionale si scende fino a due anni, mentre se non c’è colpa non c’è sanzione. Per quanto riguarda le sostanze contaminate, si applica perfettamente a Iga Swiatek, ma non a Jannik Sinner in quanto è il fisioterapista ad aver trasferito il prodotto dopante con il suo dito. Per questo l’intervallo di squalifica può andare da uno a due anni”.
La differenza di vedute tra l’ITIA e la WADA
In ultimo, Moorhouse spiega la diversità di giudizio tra ITIA e WADA: “Da quanto ho capito dalle dichiarazioni della WADA, loro contestano il fatto che Sinner sia stato giudicato senza nessuna colpa o negligenza significativa. Ora il caso è fuori dal nostro controllo perché si tratta di un nuovo processo con nuove udienze da parte del TAS”.