Berrettini stanco, ma felice: “Ci tenevo tanto a giocare a Shanghai”
C’è grande gioia per Matteo Berrettini, reduce dal successo all’esordio con Christopher O’Connell nel Masters 1000 di Shanghai: “L’importante per me era riuscire a giocare: ci sono riuscito nonostante abbia avuto alti e bassi; sono stanco, ma allo stesso tempo tanto felice. A Tokyo non è stato semplice fermarsi durante un match che stavo vincendo, ma ho dovuto dare ascolto al mio corpo. Sono contento di essere potuto scendere in campo oggi e in salute, di aver giocato sciolto anche se il primo match di un torneo non è mai facile: c’era parecchio vento ed è stata una vera e propria battaglia. Fermarsi e ripartire ogni volta non è mai facile, soprattutto per l’aspetto mentale: nella mia carriera mi è accaduto anche troppe volte“.
Berrettini si è chiuso in se stesso dopo Tokyo
Il ritiro in Giappone aveva messo k.o. il romano anche dal punto di vista mentale: “Dopo il ritiro di Tokyo, ho cercato di ricaricarmi mentalmente perché è difficile pensare ogni volta come colpire diritto, rovescio, servizio senza farmi male. Ho lavorato duro per tornare quest’anno ed anche oggi ho cercato di godermi la partita e l’atmosfera. Abbiamo deciso con il mio team di provarci a giocare a Shanghai: loro mi sono sempre accanto nei momenti difficili e in quelli belli anche se dopo essermi ritirato per un paio di giorni non ho voluto parlare con nessuno; grazie a loro e alla mia famiglia che mi supporta da casa ho ritrovato l’energia”.