Australian Open, Vagnozzi: “Con Shelton sarà dura. Serve qualcuno al posto di Cahill”
In conferenza stampa, Simone Vagnozzi ha parlato delle condizioni di Jannik Sinner dopo il netto successo ai danni del giocatore di casa Alex De Minaur nei quarti dell’Australian Open: “Oggi forse nei primi due tre game ha sbagliato qualche rovescio ma poi è entrato nella modalità ‘mostro’, come la chiama Panichi, e ha giocato un tennis davvero stellare“.
Il malore non preoccupa più Vagnozzi
Il coach marchigiano parla, poi, dello stato di salute del n. 1 al mondo: “Già ieri lo avevamo visto meglio e il meteo ha aiutato: non faceva caldo come l’altro giorno, ma già sapevamo che aveva recuperato da quel piccolo fastidio e che stava bene. Prima del match con Rune era un po’ stanco, aveva mal di testa e un po’ di mal di pancia, abbiamo preferito non far riscaldamento e conservare energie, una volta in campo il caldo e l’umidità hanno fatto il resto, causando un po’ di nausea, tutto qua“.
La semifinale con Shelton
Il nativo di Ascoli è, già, con la mente rivolta alla semifinale con Ben Shelton: “Sarà una partita difficile perché Shelton è un gran battitore e non ti dà tanto ritmo. Domani ci alleneremo con un mancino ma quella di venerdì sarà, in ogni caso, una partita diversa da quella di stasera e occorrerà scendere in campo con l’atteggiamento giusto”.
Caso Cahill
In ultimo, Vagnozzi non sembra entusiasta all’idea di diventare l’unico allenatore di Sinner: “Sapete quanto mi trovi bene con Darren: sono dispiaciuto, ma lo capisco bene perché ha fatto questo lavoro davvero per molti anni. Per il momento stiamo pensando a quel che possiamo fare quest’anno e poi tra qualche mese vedremo quel che succederà. Se posso bastare io da solo? Non so se mia moglie a casa sarà d’accordo, ma battute a parte penso che ci vorrà qualcuno perché da solo 50 settimane l’anno fuori sarebbe complicato. Vedremo, non ne abbiamo parlato, il 2025 è appena iniziato e abbiamo ancora tanti viaggi, tanti chilometri e tanti tornei. Posso dire che sono stati anni importanti e che oggi grazie a Darren mi sento un coach migliore”.