Australian Open, il brindisi di Sinner: “Voglio godermi il momento”
C’è ovviamente tanta felicità nelle parole di Jannik Sinner dopo aver bissato il titolo vinto all’Australian Open un anno fa, travolgendo in tre soli set Alexander Zverev; in conferenza stampa è, così, arrivato anche il brindisi da parte dell’azzurro: “È stata una prestazione straordinaria da parte mia. All’inizio della partita mi sentivo come se stessi servendo molto bene ed entravo in campo molto velocemente, nel secondo set ho avuto un po’ di fortuna nel tie-break. Sono estremamente felice. Condividere tutto questo con la squadra, la famiglia e le persone che amo è fantastico”.
La dedica di Sinner al fratello Mark
Il n. 1 al mondo tiene a ringraziare il fratello Mark che è stato con lui per tutto il torneo: “Mio fratello è il mio migliore amico perché nessuno ti conosce meglio di lui. Gli parlo spesso dei miei problemi e di quello che sento, è una persona eccezionale e sa da dove veniamo: una famiglia normale, sa come ho vissuto da bambino e averlo qui è stata forse la cosa più bella del torneo”.
Il paragone con Djokovic e la vicinanza ad un deluso Zverev
Jannik ha, quindi, parlato di Novak Djokovic e Alexander Zverev con il tedesco che l’ha paragonato al serbo: “Questo è un complimento incredibile da parte di Zverev. Penso che ognuno sia diverso, ma ovviamente ho alcune somiglianze con lo stile di gioco di Novak. Credo ancora che quando Novak giochi al meglio sia molto, molto, molto difficile da battere. Le somiglianze sono la capacità nel colpire la palla in modo abbastanza pulito dalla linea di fondo, di avere un buon movimento, di capire un po’ dove il tuo avversario gioca la palla. Lavoro per migliorare come giocatore perché sento di poter ancora migliorare in alcune aree. Zverev sta vivendo qualcosa di non semplice perché era nelle posizioni di poter vincere uno Slam, se arriva in finale è perché può arrivarci. È un giocatore incredibile, è solido e mentalmente forte, è difficile giocare contro di lui. L’ho visto giù, ma gli volevo fare capire che noi siamo tennisti e andiamo negli stessi tornei come quando siamo a scuola: siamo compagni, un aiuto da un altro giocatore può dare una mano anche se in quel momento è piccolo perché stai vivendo una situazione difficile. Saremo tutti felici se vincerà uno Slam perché si allena tanto“.
Chiusura dedicata a Cahill e al caso Clostebol
In ultimo, l’azzurro non crede che Darren Cahill cambierà idea, mentre cerca di non pensare all’udienza del TAS in programma il 16-17 aprile a Losanna: “Sarà molto difficile convincerlo a tornare sui propri passi perché Cahill è una persona molto onesta e sincera. A lui sono bastate alcune settimane per entrare in sintonia con me. Una cosa che mi piace molto di lui è che è molto umile. Si adatta molto bene alla squadra. Ho cercato anche di fare un buon risultato per lui qui perché è australiano ed è il suo Slam di casa da allenatore. Anche Simone sta facendo cose incredibili: mi ha cambiato come giocatore, mi ha dato tanta fiducia nel fatto che posso fare cose diverse. Penso che sia la combinazione di due incredibili allenatori e persone. L’allenatore è importante in campo ma soprattutto fuori dal campo: loro sono molto, molto bravi in questo. Sono stato fortunato a trovarli. Non sto pensando all’udienza presso il TAS. Sono reduce da una serie di risultati straordinari. Voglio godermi questo momento, ad essere sincero. Poi c’è l’udienza. Ora sappiamo le date, e questo è tutto: se fossi colpevole non giocherei così, punto. Voglio godermi questo momento e basta”.