Australian Open, finale Sinner-Zverev: analisi e precedenti
Non c’è il 1° posto della classifica ATP, al momento saldamente in mano all’azzurro, in palio nell’atto conclusivo dell’Australian Open maschile in programma domenica alle ore 09:30 italiane tra i primi due tennisti nel ranking mondiale, Jannik Sinner e Alexander Zverev, ma i motivi d’interesse sono ugualmente tendenti all’infinito considerata l’importanza della posta in palio; di seguito, trovate come l’azzurro e il tedesco si presentano all’appuntamento per il titolo, i loro punti di forza e le possibili debolezze di entrambi.
Jannik Sinner
Il nativo di San Candido va a caccia del terzo titolo dello Slam dopo essersi imposto proprio a Melbourne un anno fa e, qualche mese più tardi, agli US Open; il cemento è, senza dubbio, la superficie preferita dal campione altoatesino che è in serie positiva da ben 20 partite nei Major su questo terreno di gioco in cui la potenza dei suoi colpi da fondo campo è spesso ingestibile per l’avversario di turno. Eccezion fatta per il set ceduto a Holger Rune negli ottavi di finale a causa del malessere che l’ha colpito prima e durante il match, il n. 1 al mondo si presenta a questa finale piuttosto riposato (anche se durante la semifinale vinta in 3 set con Ben Shelton è ricorso all’intervento del fisioterapista per un crampo alla gamba destra) e in piena fiducia, oltre ad avere un paio di esperienze positive nell’atto conclusivo di uno Slam che lo aiuteranno a non buttarsi giù di morale in caso di eventi negativi nel corso del match con il teutonico; l’altra faccia della medaglia è rappresentata dall’enorme pressione sulle spalle del nostro connazionale che parte certamente favorito agli occhi degli addetti ai lavori per quanto precedentemente scritto e avrà, quindi, tutto da perdere; da non dimenticare che, in caso di successo, diventerebbe il tennista italiano più vincente di tutti i tempi negli Slam, staccando Nicola Pietrangeli, capace di aggiudicarsi due edizioni del Roland Garros nel 1959 e 1960.
Alexander Zverev
Il 27enne di Amburgo è, certamente, il tennista più forte in attività a non essersi mai aggiudicato un Major e questa condizione gli pesa ogni giorno di più; grazie anche al prezioso e inatteso aiuto di Novak Djokovic negli ultimi mesi, il connazionale di Boris Becker ha lavorato tantissimo dal punto di vista fisico e psicologico per colmare il gap che lo separa da Sinner e la finale dell’Australian Open sarà, quindi, un test probante per verificare se questa distanza si sia effettivamente ridotta. Il punto di forza del tedesco è il desiderio infinito di sbloccarsi negli Slam, motivo per cui affronterà questa finale con lo stato d’animo di chi si trova davanti al match più importante della propria vita dopo l’enorme delusione provata nell’atto conclusivo degli US Open 2020 (k.o. in 5 set con Dominic Thiem) e del Roland Garros (ancora una sconfitta al set decisivo con Carlos Alcaraz), senza sottovalutare le energie risparmiate in semifinale grazie al ritiro di Nole al termine del parziale d’apertura; d’altro canto, la nota negativa è rappresentata dal doppio brutto ricordo nelle finali di Slam che potrebbe togliergli un po’ di coraggio, misto a incoscienza, nei momenti chiave della sfida con l’italiano anche perché Sascha ha, spesso, la tendenza ad essere troppo attendista e ad aspettare l’errore dell’avversario anziché provare a conquistare il punto importante con un vincente.
Precedenti
I due atleti si troveranno di fronte per la settima volta in carriera con Zverev in vantaggio per 4 a 2, ma si tratta di un bilancio oggettivamente bugiardo perché cinque dei sei confronti diretti sono andati in scena prima dell’esplosione di Sinner ai massimi livelli, avvenuta sul finire del 2023; non a caso, pur faticando, Jannik si è aggiudicato l’unico precedente disputato negli ultimi dodici mesi: la semifinale del Masters 1000 di Cincinnati con il punteggio di 7-6 (11-9) 5-7 7-6 (7-4).