Tennis

Accordo Sinner-WADA, la PTPA di Djokovic all’attacco: “Manca trasparenza”. Donati appoggia Jannik

Duro comunicato da parte della PTPA fondata da Djokovic sulla gestione del caso Sinner, mentre l'ex coach di Schwatzer approva la scelta di Jannik
Novak Djokovic
Novak Djokovic (Getty Images)

Impegnato nel torneo di Doha, dove affronterà all’esordio Matteo Berrettini, Novak Djokovic non si è ancora sbilanciato in prima persona sull’accordo raggiunto tra Jannik Sinner e la WADA che impedirà all’azzurro di scendere in campo per tre mesi con il ritorno previsto agli Internazionali d’Italia a Roma, tuttavia l’associazione fondata PTPA da Nole è intervenuta per commentare la gestione del caso Clostebol.

Per la PTPA manca trasparenza

Il comunicato della PTPA è molto critico sull’intero sistema: “Non importa per chi va il tuo tifo, il sistema non è un sistema, è un club. Quello che dovrebbe essere una discrezione caso per caso è di fatto una copertura per accordi fatti su misura, trattamenti ingiusti e sentenze inconsistenti: non sono soltanto le differenti decisioni per i differenti giocatori, ma è la mancanza di trasparenza e la mancanza di credibilità delle agenzie governative incaricate della regolamentazione del nostro sport, la mancanza dell’ATP, WTA, Grande Slam, ITIA e WADA nel riformare e creare un giusto e trasparente sistema per il futuro; è tempo di un cambiamento e noi lo faremo”.

Donati sta con Sinner

L’ex allenatore di Alex Schwatzer, Sandro Donati, è una figura storica della lotta al doping in Italia e all’agenzia di stampa LaPresse si è schierato in favore del numero uno al mondo: “Sinner ha dimostrato grande equilibrio e tenuta nervosa, è chiaro che è una cosa alla lunga logorante. Secondo ma ha fatto bene ad accettare questo patteggiamento, che mi pare sia stato richiesto dalla stessa WADA. La WADA ha elevato la negligenza allo stesso livello di una positività, mentre la negligenza è tutta da dimostrare. Io conosco casi di positività di atleti che non avevano la minima idea di come erano stati contaminati, perché si sa che con il clostebol basta una stretta di mano. Trovo assurdo che fino all’altro ieri funzionari importanti facevano dichiarazioni su richieste di uno o due anni di squalifica e ora offrono tre mesi. Credo che tutti abbiano capito che la Wada ha cercato di salvarsi. Basta d’altronde citare il caso Schwatzer, con le 87 pagine scritte da un giudice penale che danno una immagine di questo organismo molto diversa da come si possa immaginare”.