Sanremo

Sanremo, la lettera dell’ex di Achille Lauro: “Non una semplice canzone”

Dopo l'esibizione a Sanremo, la lettera dell'ex di Achille Lauro: “Sempre innamorata di quel ragazzino sognatore”
Achille Lauro
Achille Lauro (Getty Images)

La sua Incoscienti giovani è valsa un posto tra i primi cinque della classifica della prima serata del Festival di Sanremo, ma soprattutto si candida a un percorso di tutto rispetto per l’intera durata della kermesse. Per Achille Lauro, però, la canzone portata in gara significa molto di più e ha tratti autobiografici, come svelato dal cantante stesso. Che, dopo l’esibizione di ieri sera, ha voluto condividere qualcosa con tutti i giornalisti dell’Ariston.

La lettera di S, «Il tuo più grande amore»

«Cari giornalisti, le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni. Sono la nostra storia». Con queste parole inizia una lunga lettera inviata via mail da Achille Lauro ai giornalisti presenti al Festival di Sanremo. La lettera non è stato scritta dall’artista, ma da una ragazza che si firma come S., un’ex fidanzata del cantante. «Quando ho conosciuto Lauro era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati. Io vivevo da sola con mia madre, e lui veniva spesso da noi. Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo, per mia madre era come un figlio».

E ancora: «Questa ossessione per la scrittura, come se fosse l’unico modo per dare un senso a tutto ciò che lo circondava e , probabilmente, scrivere lo aiutava anche a metabolizzare la situazione che viveva. Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. É forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio. Io lo capivo. Anche io e mia madre eravamo rimaste sole. Mio padre l’ha sempre umiliata, fino al giorno in cui se ne è andato. Lui non ha mai saputo cosa significasse davvero stare insieme. Lui non conosce l’amore».

«Anche in quegli anni senza casa, Lauro non mi ha mai chiesto aiuto. Si vergognava. Dormiva dove capitava. Ricordo quell’hotel fatiscente a una stella a Boccea, che odiava, e quella vecchia Peugeot 206 grigia. Ricordo che mentiva, pur di non pesare su di me e su i suoi amici. A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva: “Tranquilli, sto da un amico.” Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio. Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente e sarò sempre innamorata di quel ragazzino sognatore. Nonostante fosse un ragazzo difficile, chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa. Forse proprio quella che ancora oggi riesce a mettere in quelle canzoni che parlano ancora di noi, Come questa.” Il tuo più grande amore, S».