Sanremo

Sanremo 2025: promossi e bocciati per l’Accademia della Crusca

I testi di tante canzoni non piacciono ma un artista calabrese si merita un bel 9
Brunori Sas
Brunori Sas, vincitore della Targa Tenco nel 2017 con La verità

L’Accademia della Crusca, nella persona del linguista Lorenzo Coveri, ha dato i voti ai testi delle canzoni del Festival che comincerà martedì prossimo.
Le pagelle sono pubblicate dal sito Mentelocale di Genova e rilanciate dal canale ufficiale della Crusca su Instagram.

Promossi

Achille Lauro
Il testo di Achille Lauro è “caratterizzato da un italiano scabro e informale, vicino al parlato, con mascolinizzazione del modello di automobile, e un’apertura al discorso diretto che non riesce a nascondere qualche nota più intima, con echi del repertorio canzonettistico vintage. Un duro dal cuore tenero”.

Coma_Cose
I Coma_Cose, al secolo i coniugi Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano, usano una parola inedita al Festival di Sanremo come “Cuoricini” (cuore compare invece in 688 canzoni) e propongono un alto grado di inventività linguistica “qui stemperata dall’ironia e dall’autoironia professionale”.

Bresh
Bresh arriva al 6 utilizzando “una lingua contemporanea, colloquiale”.

Brunori Sas
Brunori Sas conquista un clamoroso 9. “È il testo di una vera canzone d’autore: letterario, con immagini sofisticate, figure retoriche di livello. Interessante, intimo, autobiografico”.

Clara
Clara si presenta con “un testo molto ambizioso, che parla di un amore come di una febbre”, arricchito da “preziosità linguistiche: francesismi, tecnicismi, onomatopee, Noblesse oblige”.

Voti incoraggianti anche per Lucio Corsi e per il rapper Shablo.

Bocciati

Francesco Gabbani
“Mi aspettavo molto di più, invece il testo è banale, virato sull’ottimismo alla Jovanotti”

Giorgia
“La voce più bella di tutto il Festival, ma un testo da canzonetta classica”.

Marcella Bella
“Se questo è un testo originale siamo fuori strada”

Fedez
“Un testo deprimente che parla di depressione, si salva qualche giochetto di parole sui nomi dei farmaci, poi rime discutibili (…) Cita Mary Poppins col cianuro al posto della pillola che va giù. Mi cadono le braccia”.

Modà
“Versi pesantissimi, lunghissimi, più che una canzone sembra la predica di un prete (…) Fa cadere le braccia”.

Problema di fondo

Due terzi dei brani arrivano da 11 autori e secondo Lorenzo Coveri “tutta questa omogeneità porta a un appiattimento generale. Ormai è una tendenza al Festival”.