Sanremo

Sanremo 2025 – Il racconto della terza serata

Sarà anche un Festival senza troppi colpi di scena ma anche la terza serata è stata all'altezza delle aspettative
Francesco Gabbani
Francesco Gabbani (Getty Images)

Quattordici Campioni in gara, ospiti clamorosi, un premio alla carriera, la proclamazione del vincitore delle Nuove Proposte e la terza classifica parziale.
E questa sarebbe la serata meno forte del Festival?

Carlo Conti inizia in mezzo al pubblico.
Il palco è tutto di Edoardo Bennato, che canta Sono solo canzonette, che è anche il titolo di un docufilm dedicato al cantautore campano che andrà in onda il 19 febbraio in prima serata su Raiuno.

Eletta Miss Italia nel 2008, Miriam Leone, che quel giorno fu incoronata proprio da Carlo Conti, è la prima co-conduttrice della terza serata.

Scatta la gara.

Clara – Febbre

Alla seconda presenza al Festival, stasera ci convince più di martedì, quando però in effetti non ci aveva impressionato.
Apprezzabili le preziosità linguistiche del testo, che parla di un amore come di una febbre ed è arricchito da francesismi, tecnicismi, onomatopee.

Tocca a Elettra Lamborghini, seconda co-conduttrice della terza serata.

Brunori Sas – L’albero delle noci

Quando si descrive l’amore di un padre per una figlia è difficile sbagliare, soprattutto se si dispone del talento e della sensibilità del cantautore calabrese. Confermiamo (quasi fossimo dei linguisti) il 9 dell’Accademia della Crusca e ribadiamo che ci ricorda tantissimo De Gregori.

La terza co-conduttrice è Katia Follesa: la quota simpatia è garantita.

Sarah Toscano – Amarcord

La più giovane in gara sogna di ripetere quanto riuscito l’anno scorso ad Angelina Mango, che passò da vincere Amici a conquistare Sanremo. Ci vorrebbe Tom Cruise perché la mission sembra impossible.
Una nota lieta? Stasera il look era più azzeccato, meno del primo era difficile sinceramente.

Samuele Parodi
Ci piacerebbe avere un terzo delle conoscenze musicali di questo simpatico undicenne. Potremmo accantonare Wikipedia perché questo ragazzino sa proprio tutto della storia del Festival della canzone italiana. Mini (ma nemmeno tanto) Bartoletti, che potrà raccontare di aver superato brillantemente un’interrogazione plurima davanti a 12-13 (lo sapremo domani) milioni di italiani

Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore

Dalla più giovane, Sarah Toscano, al veterano (grazie Samuele per lo spunto) della competizione, che ha 54 anni in più ma non è meno fresco della collega che lo ha preceduto.
Il brano è firmato da Tiziano Ferro e Neck, l’interpretazione è degna del miglior Massimo Ranieri (ed è tanta roba): outsider di lusso?

Johan Thiele – Eco

Al debutto a Sanremo, la cantautrice di Desenzano del Garda presenta un brano originale che ci ha riportato agli Anni Sessanta: brava e originale, una specie di Lucio Corsi al femminile.

Dario D’Ambrosi ci fa conoscere il Teatro patologico e i suoi splendidi interpreti: davvero un mondo magico.
In bocca al lupo per la missione all’ONU.

Shablo, Guè. Joshua. Tormento – La mia parola

Un pezzo hip hop che funziona molto bene e con un ritornello accattivante. Martedì avevamo scritto questo: il copia e incolla ci sta tutto.

Si esce dall’Ariston per conoscere i protagonisti di Mare Fuori e ascoltare, da Piazza Colombo, Ermal Meta e la sua Vietato Morire, che arrivò terza nel 2017 (con Conti alla conduzione).

Noemi – Se t’innamori muori

All’ottava partecipazione, canta in modo impeccabile, come da talento. Il brano? Forse un po’ troppo classico, anzi senza forse.

Olly – Balorda nostalgia

L’ex rugbista (spiegato il fisico) genovese era tra i favoriti per il successo finale ma nella prima serata si è piazzato al massimo sesto.
Al secondo ascolto ci piace di più: stasera dovrebbe essere in top five (lo stiamo scrivendo alle 22:45) intanto su Spotify vola.

Vi piacciono i tuffi nel passato?
I Duran Duran ce ne fanno fare uno pazzesco.

La loro prima esibizione a Sanremo risale al 1985, quando salirono sul palco due volte e presentarono The Wild Boys.
A essere ricordata, in particolare, è la sera della finale, con Le Bon grande protagonista a dispetto di un piede ingessato per una caduta. In quel momento in Italia cominciò la Duran-mania, quella raccontata nel film Sposerò Simon Le Bon.

Il rapporto tra la band inglese e il Festival di Sanremo si è rinnovato più volte nel corso degli anni visto che dopo il 1985 sono tornati nella città dei fiori in altre tre occasioni: nel 1987, nel 1995 e nel 2008.

Stasera Simon Le Bon e compagni ci regalano Invisible, Notorious e Ordinary world e con Victoria De Angelis (secondo ex Måneskin in due giorni) Psycho killer e Girls on film. Gran finale con The Wild Boys e una richiesta di matrimonio (a Simon Le Bon ovviamente) di Katia Follesa.

Coma_Cose – Cuoricini

Una botta di allegria grazie a una canzone orecchiabile e furbetta che se la prende con le emoticon.
Va bene che Cuoricini è una parola inedita per Sanremo ma forse potevano ripeterla qualche volta (tipo una decina) in meno.

Modà – Non ti dimentico

Kekko c’è e c’è anche una canzone in perfetto stile Modà. Il problema? A dispetto del titolo, forse questa la dimenticheremo.

Tony Effe – Damme ‘na mano

L’artista più chiacchierato del Festival ritrova i tatuaggi ma non lo smalto (in senso figurato). La camicia? Rkomi ha fatto scuola.

I Duran Duran non vi sono bastati?
Con Iva Zanicchi la macchina del tempo lavora ancora di più.
Tre volte vincitrice a Sanremo (record femminile), l’Aquila di Ligonchio riceve il premio alla carriera (“meglio da viva” commenta) e propone
Non pensare a me (1967), Ciao cara come stai? (1974) e Zingara (1969), i tre brani che la portarono al trionfo nella città dei fiori.

Irama – Lentament

All’Ariston per la quinta volta, Irama ha sbagliato il titolo della canzone: con Carlo Conti si va di fretta, altro che.

Un salto sulla Amerigo Vespucci e riprende la competizione.

Francesco Gabbani – Viva la vita

Già vincitore in passato sia tra i Giovani che tra i Big (sempre con Carlo Conti alla conduzione), l’artista toscano inneggia alla vita ma non convince come altre volte. Il non c’è due senza tre appare lontano.

Gaia – Chiamo io chiami tu

L’artista emiliano-brasiliana ci propone una canzone dal sapore estivo, come nel suo stile. Il problema? Chiamo io chiami tu batte Cuoricini per nunero di ripetizioni (non sappiamo se sia vero ma la sensazione è quella).

I Campioni sono finiti, sotto con le Nuove Proposte, che si giocano il titolo.

A contendersi il premio di miglior giovane sono Alex Wise con Rockstar e Settembre con Vertebre.

Mini ritratto dei finalisti

Alex Wyse (Alessandro Rina) è un giovane cantautore proveniente da Amici. Ha pubblicato l’EP Non siamo soli (2022) e l’album Ciò che abbiamo dentro, che è stato disco d’oro.

Andrea Settembre, in arte solo Settembre, ha partecipato a The Voice, nel team di Gigi D’Alessio. Nel 2023 è entrato nella squadra di Dargen D’amico di X Factor.

Nel collegamento con Alessandro Cattelan per lanciare il DopoFestival svetta la campionessa olimpica Myriam Sylla.

Il Premio della Critica per le Nuove Proposte e il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla vanno a Settembre. Abbiamo un sospetto.
Sospetto confermato: il vincitore della categoria Nuove Proposte è Settembre con Vertebre.

Ore 01:07

Carlo Conti, affiancato da Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa (tutte in “pigiama”), annuncia i primi cinque della terza classifica parziale. I voti sono quelli della Giuria delle Radio e del Televoto, con un peso del 50% ciascuna. L’ordine di comunicazione dei nomi è casuale.

Coma_Cose

Brunori Sas

Irama

Olly

Francesco Gabbani