MasterChef, Cracco: “Vi racconto il mio provino…”
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Tra i giudici di MasterChef 14 si sente e non poco l’assenza di Carlo Cracco. Il trio Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli funziona, è dinamico e piace al pubblico, ma la figura di Cracco resterà sempre nella storia di MasterChef Italia e della cucina mondiale. Il suo carattere burbero, forte, difficile da infrangere e quel cuore apparentemente freddo, erano motivo di terrore tra i concorrenti, ma celavano dietro, in realtà, una personalità molto diversa da quella che abbiamo imparare a conoscere nel corso degli anni dietro allo schermo di una televisione. A raccontarlo, in realtà, è lo stesso Cracco che svela i retroscena del suo ingresso a MasterChef e del suo percorso nel talent culinario, ai microfoni di BSMT.
Il provino per MasterChef
«Mi misero davanti una ragazza, che era una segretaria, con un cannolo siciliano e mi dissero: prova a giudicare. In fondo alla stanza avevo gli autori e pochi altri. E io ho pensato: se faccio quello gentile forse mi prendono, per cui faccio l’opposto, faccio il maleducato. Comincio a essere duro, ci sono andato giù pesante. Ho alzato gli occhi e ho visto la gente esultare. Alla fine sono uscito e mi hanno detto: “Preso”. Poi abbiamo iniziato. Cercavo di autogiustificarmi, nel senso che cercavo di essere corretto ma di tenere il punto, Mi interessava che qualcuno venisse fuori».
Cracco racconta di Hell’s Kitchen
Le più grandi soddisfazioni, però, Cracco le ha ottenute da Hell’s Kitchen: «Il vincitore della prima edizione (Matteo Grandi, ndr) ha una stella Michelin per esempio. Ci sono tantissimi ragazzi di quelli che sono usciti da lì che hanno posizioni importanti. A Hell’s Kitchen era divertente, era completamente finto. Delle volte ridevo della mia cattiveria. Si può essere severi al massimo, ci può essere della tensione durante il servizio. Ma poi pensi a recuperare e cerchi di aiutare. Magari il linguaggio è duro ma ci si ferma lì».
Cracco e la stella Michelin persa
Poi Cracco racconta anche della stella Michelin persa: «Perderla fa parte dell’esperienza, è sempre formazione. Però non è che abbandoni il tuo lavoro, anzi, lo fai ancora meglio. Il segreto è essere convinto di quello che fai. Se viene bene, se non viene è uguale. Ormai per me non è più una gara. Tu devi lavorare perché sai lavorare bene e puoi servire come esempio per i ragazzi che lavorano con noi».