MotoGP

MotoGP, motori congelati fino al 2027: cosa cambia in griglia

Nessuno sviluppo, ma con qualche eccezione, per quanto riguarda i motori in MotoGP: chi ne trae vantaggio e perché questa decisione
Francesco Bagnaia
Francesco Bagnaia (Getty Images)

Sviluppi congelati fino al 2027 per quanto riguarda i motori della MotoGP. La notizia era nell’aria da tempo e ora è diventata ufficiali: nelle stagioni 2025 e 2026 si correrà con lo stesso propulsore. La proposta arriva direttamente da Dorna ed è stata approvata dalla Grand Prix Commission, con tanti ringraziamenti di Honda e Yamaha e con un ok poco convinto di Aprilia, KTM e soprattutto Ducati. Non è certo che la scuderia di Borgo Panigale, negli ultimi anni dominatrice della categoria, possa perdere il suo vantaggio, ma è sicuro che i costi delle varie Case strano decisamente contenuti in vista dell’imminente cambio di regolamento, dando più spazio allo sviluppo delle moto del futuro.

Cosa cambia nell’immediato

I motori dovranno essere omologati per due anni prima del Gran Premio di Thailandia, che parità il prossimo 1 marzo la stagione 2025 di MotoGP. In sostanza, le specifiche utilizzate nel primo GP della prossima stagione dovranno essere mantenute fino all’ultimo della stagione successiva. Saranno però esentate da questa dinamica Honda e Yamaha, le due case al momento con concessioni in classe D. Le due giapponesi potranno così proseguire con test e sviluppi, in attesa che nel 2027 cambi il regolamento per tutti.

Cosa accadrà nel 2027

Nella stagione 2027, quella dell’enunciata rivoluzione, gli attuali motori da 1000 cc diventeranno da 850 cc e ci sarà il divieto di utilizzo di tutti i sistemi a controllo elettronico per la regolazione dell’avviamento e dell’altezza e della riduzione significativa dei supporti aerodinamici. Fino ad allora lavori bloccati per tutti, a meno che non si tratti di interventi riconducibili a questioni di sicurezza. 

Il punto di vista di Ducati

Anche se Ducati non ha dato il più deciso degli assensi a queste novità, sarà proprio la scuderia di Borgo Panigale – oltre ovviamente a Honda e Yamaha – quella che trarrà i maggiori benefici. Sarà difficile infatti per KTM e Aprilia ridurre il gap senza poter portare sviluppi. E Ducati potrà così concentrarsi con ancor più decisione sul 2027, quando ogni equilibrio potrebbe essere riscritto.