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Manuela Nicolosi, pioniera dell’arbitraggio: “La Kings League è stata una sfida”

L’intervista esclusiva rilasciata al Corriere dello Sport ha fatto luce sul suo cammino e sulle sue impressioni, non solo come arbitro, ma anche come donna
Manuela Nicolosi, pioniera dell’arbitraggio: “La Kings League è stata una sfida"
Manuela Nicolosi, pioniera dell’arbitraggio: “La Kings League è stata una sfida"

La passione per il calcio non ha confini, e Manuela Nicolosi lo sa bene. Recentemente, l’arbitro ha fatto il suo debutto nella Kings League Lottomatica.sport, il campionato che sta appassionando milioni di spettatori. Una carriera in continua ascesa, che ha visto Manuela varcare nuovi orizzonti e affrontare sfide che poche donne hanno avuto il coraggio di intraprendere. L’intervista esclusiva rilasciata al Corriere dello Sport ha fatto luce sul suo cammino e sulle sue impressioni, non solo come arbitro, ma anche come donna che ha saputo farsi strada in un mondo prevalentemente maschile. Manuela non ha avuto dubbi nel raccontare cosa l’abbia spinta ad accettare la sfida della Kings League. La sua è una passione viscerale per il calcio e il format dinamico della competizione, unito all’energia che permea ogni partita, l’ha subito affascinata: “È stata un’esperienza bellissima, mi sono sentita subito a casa. Mi piace mettermi in gioco e il format della Kings League così diverso dal calcio a 11, unito all’energia travolgente che si respira, sia in campo che negli spalti mi ha spinto a provare questa nuova esperienza. E poi, mi piace molto il contatto diretto con il pubblico“.

Dal calcio alla Kings League Lottomatica.sport

Nicolosi ha enfatizzato la differenza con il calcio a 11, pur riconoscendo che le due realtà non sono poi così distanti: “Per me è più facile arbitrare una partita di calcio a 11, avendolo fatto per anni. Però lì senti di più la pressione delle squadre e del pubblico, specie ad alti livelli. Nella Kings League la sfida è la velocità: il campo è piccolo, il gioco molto dinamico e le regole cambiano spesso. Serve grande lucidità mentale per stare al passo“. Manuela è sempre pronta a dare il suo parere anche su altri aspetti legati al gioco. La sua ammirazione per la trasparenza introdotta dalla Kings League è evidente, soprattutto per il VAR consultato in diretta e proiettato sugli schermi, visibile a tutti: “Mi piace che l’arbitro consulta il Var in diretta sul maxischermo, così che anche chi è allo stadio lo può vedere, è un segno di trasparenza. Anche il rigore presidenziale mi piace molto. In Serie A? Perché no, porterebbe un po’ più di spettacolo…“. Non si sottrae poi alla domanda sulle difficoltà del mestiere, specialmente per le donne: “È un mestiere che ti dà tanto ma allo stesso tempo difficile perché l’arbitro purtroppo è visto come un nemico, quando invece, abbiamo la stessa passione per il calcio e vogliamo solamente farne parte. Il consiglio che darei è di avere fiducia nelle proprie capacità e di coltivare le proprie passioni. Io fin da piccola amavo il calcio e quindi volevo con tutta me stessa fare carriera in questo mondo. Ho iniziato quando si sono aperte le porte alle donne: c’erano dubbi, certo, ma bisogna provarci. La sicurezza arriva con l’esperienza“. Un messaggio di speranza per tutte quelle donne che vogliono inseguire i propri sogni nel calcio, nonostante le difficoltà.

La violenza del mondo arbitrale

Il tema della violenza contro gli arbitri è un altro argomento che non manca di affrontare: “Purtroppo, è un fenomeno sociale, basti pensare che le partite più difficili che ho diretto sono quelle nelle categorie inferiori in cui l’arbitro è visto come un nemico e si comincia ad insultarlo. Bisogna ripartire dall’educazione nelle scuole e dai genitori, che spesso sono i primi ad offendere. Dovremo prendere esempio dal rugby: lì l’arbitro è rispettato e solo il capitano può parlargli. Se un altro lo fa, viene espulso temporaneamente. Applicherei questa regola anche nel calcio“, ha raccontato, ribadendo l’importanza di un cambiamento culturale per garantire il rispetto delle figure arbitrali, anche ai livelli più bassi del calcio. Sulla decisione di Marco Guida di non arbitrare il Napoli per tutelare la propria famiglia, poi, ha risposto così. “Lo capisco, e mi dispiace molto. Noi arbitri siamo un po’ lasciati soli e, per evitare guai, preferiamo agire prima che sia troppo tardi. Anch’io nella mia carriera ho dovuto chiamare diverse volte i carabinieri per uscire dallo stadio perché mi minacciavano di morte. È successo anche a colleghi: minacce alla famiglia, solo per aver fatto il proprio lavoro. Fa paura, ed è un problema serio“.

Programmi per il futuro (e il presente)

Infine, ha parlato dei suoi programmi futuri: “La Kings League molto probabilmente ci sarà anche in futuro. È un piccolo spoiler in attesa di comunicazioni ufficiali. Mi è piaciuto tanto e mi piacerebbe continuare. Per il resto il mio futuro in realtà è anche il mio presente. Mi occupo in parallelo di leadership, di mindset e di benessere, perché nella mia carriera ho realizzato i sogni che desideravo, quindi adesso voglio aiutare e ispirare altre persone a raggiungere i loro obiettivi e la vita che desiderano. Faccio eventi in azienda, nelle università, nelle scuole. Mi rendo conto che molti ragazzi non hanno davvero dei sogni, non sanno cosa vogliono realizzare. Questo mi dispiace, perché la cosa più bella nella vita è avere sogni e realizzarli. Quindi cerco di fare il più possibile. E poi c’è la parte del benessere, mi occupo di longevity, perché credo fermamente nel miglioramento delle performance mentali e fisiche attraverso tecniche che ci permettono di sentirci meglio con noi stessi“. Manuela Nicolosi sta facendo la differenza nel panorama calcistico, non solo come arbitro, ma come esempio di determinazione e coraggio. La sua carriera è solo all’inizio, ma già sta lasciando un segno profondo nella Kings League e oltre. Con la sua visione e il suo impegno, è pronta a portare il suo contributo per un calcio (e una società) sempre più all’insegna dell’inclusione, del rispetto e della realizzazione dei propri sogni.