Kings League, Cisco promette: “Voglio il Mondiale”. E su Milito…
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“Come sono arrivato nella Kings League Lottomatica.sport Italy? Mi sono avvicinato grazie ai ragazzi di aNc Media che ho conosciuto alcuni anni fa. Abbiamo intrecciato i nostri mondi e si iniziava a parlare di una competizione che sarebbe potuta nascere sul calcio. Essendo uno dei riferimenti nel mondo tipster mi è stato proposto un ruolo da presidente”. Così, in un’intervista concessa a TMW, si è espresso il presidente degli Underdogs Mirko Cisco: “La mia carriera da tipster? Il percorso è iniziato da lontano – aggiunge -, faccio il tipster da 12 anni, da quando sono diventato maggiorenne. Parte dai banchi di scuola, quando facevo un giochino con i miei compagni sui pronostici delle partite e più risultati esatti prendevi più punti facevi. Me la cavavo piuttosto bene e ho iniziato a fare pronostici creando un gruppo Facebook. Poi ho vinto un contest e sono passato da 3/4 mila seguaci a 20mila. Da lì è iniziata la mia piccola popolarità. Cinque anni fa poi ho fatto un colloquio con SportItalia e il direttore mi ha chiesto di trasferirmi a Milano. Ho preso la valigia, da pazzo che sono, e ho iniziato la mia vita in tv come tipster, sono stato il primo. Nessuno nel nostro mondo aveva intrecciato il mondo social con quello televisivo, almeno sui pronostici, e abbiamo creato alcune trasmissioni, come per esempio ‘Sfida Cisco’, un gioco dove sfidavo degli influencer. Tramite tutto questo abbiamo portato il mondo dei pronostici creando anche un bookmaker. Lì ho raggiunto il mio periodo migliore fino a quel momento”.
Cisco e la Kings League
“Il 4-2 all’esordio il miglior modo possibile per iniziare? Esatto, anche perché ci davano tutti per sfavoriti contro una delle squadre più forti. Ma siamo Underdogs, di nome e di fatto. Un nome che deriva da ‘under’, un segno dei pronostici, e l’altra mia passione, il dog, ovvero il cane. Tutto significa uno sfavorito che prova a vincere e alla prima giornata è stato così. Nessuno se l’aspettava ma ci siamo riusciti. Importante anche per l’umore e per il morale. Il rigore presidenziale sbagliato? Non l’ho presa benissimo in entrambi i sensi, sia nel calciare il pallone che nel calciare la sedia per la rabbia quando sono tornato al mio posto da presidente… Non mi piace mai giustificarmi ma chi mi segue sa che mi sono rotto il crociato 4 anni fa e non ho mai risolto la questione per un mio problema mentale. Mi rifarò ma mi sono rifatto male in allenamento perché dopo aver tirato il rigore ne ho provati altri 200, sono una testa di cavolo, ma prendiamola bene. Il mio errore non ha influito nel risultato finale. Noi abbiamo l’unica donna dirigente? Conosco Martina Andrea Piazzolla da cinque anni e la definisco la mia spalla destra ma anche la sinistra. Non esiste un concetto di donna o uomo nel calcio ma se devo dirlo ha abbastanza attributi per gestire ogni situazione. Ha dimostrato di avere il carisma per gestire e per fare il direttore generale. L’obiettivo degli Underdogs? Mentirei se dicessi che puntiamo a partecipare. A me piace scommettere, ma per vincere. Il mio obiettivo è arrivare ai Mondiali e se non dovessimo arrivare tra le prime sette sarei il primo a essere deluso. Sicuramente uno dei nostri punti di forza è il gruppo, poi giocatori come Casatieri, Picci e Di Cesare vanno a portare tanta esperienza in un gruppo di ragazzi giovani che può sentire la pressione di fronte alle telecamere. Ma punto su tutto il gruppo, lo staff e la dirigenza che lavora da mesi giorno e notte su questo progetto. Per chi tifo in Serie A? Da piccolo tifavo per la Juventus ma da quando ho iniziato a fare pronostici la fede è venuta a scemare. La collaborazione con gli ex calciatori? Sono molto amato da ex calciatori e giocatori attuali. A loro piace il mio mondo e a me piace chiaramente il loro. Ho cominciato a collaborare con Milito e Bobo Vieri e mi sono messo in gioco con l’argentino, un ragazzo molto umile, nella Crossbar Challenge ed è stato molto competitivo. Anche con un crociato rotto me la sono cavata con un campione del genere”, ha concluso Mirko Cisco.