Kings League, il CEO Agaoua: “Vogliamo oltre 30 leghe in tre anni. In Italia…”

Sogna in grande Djamel Agaoua e ne ha tutte le ragioni. Il CEO a livello mondiale della Kings League, in carica dall’ottobre 2024, non vuole porsi limiti dopo lo straordinario successo che la competizione sta riscontrando ovunque abbia modo di essere organizzata. Lo dimostra del resto alla perfezione il caso della Kings League Italia, giunta alle porte della sua quinta giornata e già estremamente seguita da più e meno giovani.
Proprio del progetto Kings League ha parlato allora ai microfoni di Calcio e Finanza Djamel Agaoua, che può vantare un passato in mondi importanti come Viber e NBA. «È un prodotto che innanzitutto viene confezionato in modo da poterlo sfruttare sui device più piccoli, perché sembra un videogioco. Poi abbiamo creato regole che rendono molto intenso quello che accade ogni due o tre minuti, in modo da evitare che ci siano 15 minuti in cui non accade nulla e che porti allo “swipe-up”, a passare oltre. Facciamo interagire il pubblico con i calciatori e con i presidenti: è calcio, ma è calcio con diverse regole e un modo diverso di riprendere l’azione, che esalta il pubblico più giovane».
Il segreto della Kings League
Un progetto che guarda inevitabilmente anche ad alcune formule dello sport a stelle e strisce: «Ho vissuto sette anni negli USA, a San Francisco. Sono stato a vedere partite diverse volte e l’evento inizia a essere divertente appena si mette piede dentro l’arena, già nel parcheggio.Succedono molte cose, quando entri ti regalano accessori da indossare, nei bar ci si diverte, tutto è intrattenimento» spiega ancora Agaoua.«È una cosa che non spaventa assolutamente gli americani. Loro sanno che è sport professionistico, che è una cosa seria, ma deve essere anche divertente ed entusiasmante».
Quindi, il CEO della Kings League prosegue con un confronto con quanto accade nel Vecchio Continente: «In Europa, trattandosi di sport professionistico, siamo spesso frenati dal mettere musica, creare show durante gli intervalli o invitare artisti. Deve essere una cosa seria. Penso sia questa la grande differenza che ho imparato a conoscere in NBA: al centro c’è l’essere umano, che vuole trascorrere tempo libero piacevole con la sua famiglia».
Il futuro della Kings League
Agaoua si lancia poi in un punto sull’attuale mondo della Kings League: «Abbiamo due leghe e due Paesi in cui abbiamo una storia di due anni. In Spagna siamo al terzo anno di attività, mentre per il Messico è il secondo. Queste due leghe sono profittevoli, e siamo molto contenti. Stiamo investendo molto per espanderci, abbiamo aperto in Italia e annunciato il Brasile, ed è previsto un grande annuncio per lo sbarco in un nuovo Paese». Annunci, ma anche progetti: la Kings League sogna in grande: «Stiamo studiando anche qualcosa in Germania e molto altro per la seconda metà del 2025. Il nostro piano è avere otto leghe entro la fine dell’anno e arrivare a 30 o 40 leghe entro i prossimi tre o quattro anni».
La Kings League in Italia
Infine, Agaoua traccia anche un bilancio per la situazione in Italia: «Sapevamo sarebbe andata bene. L’anno scorso si è tenuta la Coppa del Mondo per Club in Messico e abbiamo dato diverse wild card a delle squadre, invitando una formazione italiana guidata Blur, il principale streamer in Italia. Questa squadra ha partecipato alla Coppa del Mondo e ha creato il primo punto di attrazione attorno alla Kings League, con risultati ottimi. Anche la prima Coppa del Mondo per Nazioni ha avuto grande successo. Abbiamo giocato le finali a Torino, all’Allianz Stadium, e abbiamo riempito lo stadio: 40mila persone per la finale Brasile-Colombia. Questo ha creato hype, abbiamo un’ottima line-up di streamer e da quando abbiamo iniziato la lega abbiamo tra i 3 e i 3,5 milioni di device connessi ogni lunedì, quando si gioca. Siamo molto contenti per il risultato che stiamo ottenendo e l’audience».