Serie A

Milan, Fonseca: “L’atteggiamento non è all’altezza. E su Theo…”

Il tecnico Milan, Paulo Fonseca, alla vigilia della partita contro il Milan torna alle sue dichiarazioni dopo la vittoria sulla Stella Rossa in Champions
Fonseca
Paulo Fonseca, Milan (Getty Images)

Sono state tante le polemiche in casa Milan dopo le vittoria contro lo Stella Rossa in Champions League. Le parole di Paulo Fonseca su alcuni atteggiamenti nello spogliatoio che non gli sono piaciuti hanno fatto rumore, rovinando l’estasi per i tre punti conquistati e che hanno permesso ai rossoneri di risalire la classifica, confermando il proprio piazzamento in zona playoff. Un concetto, quello espresso, che inevitabilmente ha avuto delle conseguenze in questi giorni che separano il Milan dalla partita di domani sera contro il Genoa, in programma a San Siro alle 20.45. Alla vigilia del match, Fonseca è tornato in conferenza stampa per presentare la sfida, senza però fare dei passi indietro, ma anzi rincarando la dose, forte anche dell’appoggio della società che continua a puntare sul portoghese in vista delle prossime uscite, nonostante un cammino tutt’altro che roseo:

«Per me sarebbe stato facile parlare solo della vittoria con la Stella Rossa, ma domani il Milan fa 125 anni e noi dobbiamo essere all’altezza di questa storia. E per me, dopo mercoledì, non era così. Con l’atteggiamento di mercoledì non potevamo essere all’altezza di un club che ha fatto la storia del calcio. Ho parlato alla squadra, ho parlato con i giocatori con cui volevo parlare e siamo pronti per domani. Dopo la partita, negli spogliatoi, tutti avevano lo stesso feeling e per me questo è stato molto positivo. La squadra poi ha lavorato bene, l’atmosfera è buona. Noi siamo una famiglia, il problema va risolto in spogliatoio ed è ciò che abbiamo fatto. La società? Come sempre abbiamo parlato. Siamo stati alla festa del settore giovanile. Come sempre ho sentito l’appoggio della società. Mi è difficile nascondere ciò che sento dopo la partita. Secondo: sono messaggi importanti da far passare. Voi non siete dentro, non sapete tutto, ma ho avuto la necessità di parlare pubblicamente».

I senatori

A questo livello è normale avere queste situazioni. Io sono pagato per risolvere i problemi. Non chiudo gli occhi davanti ai problemi, io lavoro per risolverli. In tutte le famiglie ci sono i problemi e noi siamo una famiglia. Quando sono arrivato qui il Milan aveva già tre capitani. Calabria, Theo e Rafa. Immagina se cambio il capitano, voi mi ammazzate perché ho cambiato il capitano. Io ho fiducia nel capitano che abbiamo. Se sono d’accordo, è un’altra cosa. Ma ho rispettato la gerarchia della squadra, e continuerò a farlo. Fino a quando non deciderò di cambiarlo.

I problemi del Milan

«Abbiamo già fatto questo esercizio qui, ma possiamo farlo di nuovo. Sono arrivato qui e mi hanno portato qui per cambiare il modo di giocare. Sono arrivato qua con 15 giocatori, siamo andati negli USA con 15 giocatori e tanti ragazzini: tanti giocatori presenti non erano quelli più importanti, che erano in nazionale. Ci siamo allenati, abbiamo fatto bene le cose, è andata bene le cose. Ma non con i giocatori che erano in nazionale. Sono arrivati 8 giorni prima della prima partita di campionato. In 8 giorni non possiamo cambiare tutto, e neanche molto. Dopo è stato difficile allenarci, giochiamo ogni tre giorni. Gli step che voglio fare hanno bisogno di più tempo. Ma per me abbiamo già cambiato cose che sono importanti per me e abbiamo fatto buone partite. In Italia non abbiamo avuto i risultati che volevamo, ma abbiamo fatto buone partite. E se facciamo analisi su tante cose tattiche c’è stato del progresso. Il problema per me è mentale, sento che è come una montagna russa. Partite come contro l’Empoli, contro il Sassuolo… Anche a Bergamo abbiamo fatto cose buone: hanno creato più contro il Real che contro di noi. Il problema è stato il secondo tempo, dove non abbiamo attaccato. Poi è arrivata la Champions League e non abbiamo avuto l’ambizione mentale per continuare a crescere. Mi sembra che quando la squadra pensa che ha vita facile nelle partite, come contro la Stella Rossa, ha questa presunzione. Ed è questo il problema. Io sono ritornato indietro al tempo in cui non ero qui. Le ultime dieci partite dell’anno scorso e ho visto che si dicevano le stesse cose: non è cambiato. Non si può dire che è solo quest’anno. Ho sentito che si parlava dell’atteggiamento della squadra».

La situazione di Theo Hernandez

«Non ho niente da aggiungere a ciò che ho detto mercoledì. Non dirò qui i nomi, ma ho parlato con i giocatori, gli ho detto quello che penso a quattr’occhi e dobbiamo andare avanti. Domani giocherà la squadra migliore che io penso per vincere la partita. Non so chi giocherà domani».