Serie A

Milan, Conceicao: “Provo angoscia. Domani la Lazio…”

Sergio Conceicao è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Lazio di Champions League
Conceicao, allenatore del Milan
Conceicao, allenatore del Milan

Rialzarsi è la parola d’ordine in casa Milan ormai da mesi, probabilmente fin dall’arrivo di Sergio Conceicao che sembrava – dopo la vittoria in Supercoppa Italiana – la perfetta soluzione per venir fuori da un momento complicato. Eppure, il tecnico portoghese ha portato alla luce nuovi problemi che Fonseca prima di lui era riuscito a tenere nascosti sotto al tappeto. Spesso le sue parole sono state dure contro giocatori, ambiente e anche contro sé stesso. Oggi, però, alla vigilia della partita contro la Lazio, sfida importantissima per restare in corsa per la Champions League, Conceicao ha parlato per la prima volta di angoscia e di voglia di vincere.

Conceicao sullo stato d’animo e sul momento della squadra

«La mia amarezza quando le cose non vanno bene… Io non ci sto a perdere. La mia angoscia è la stessa dei tifosi. Il mio sfogo dopo Bologna è collegata a questa voglia di vincere e di far bene qua. Vincere, vincere, vincere, vincere, vincere. È questo che vogliamo. Siamo coscienti del momento, di quello che è accaduto sia per gli errori nostri sia per quello che non possiamo controllare. Non ci possiamo aggrappare alle sfortune, ma possiamo lavorare su quello che non va e sugli errori che facciamo. E portare i risultati. Il mio lavoro è trasmettere fuoco alla squadra, negli spogliatoi e sul campo. Io ci credo veramente. Un titolo lo abbiamo conquistato, possiamo svalorizzarlo, ma è un titolo. Ce n’è ancora uno: solo quattro squadre possono vincere la Coppa Italia e noi possiamo farlo. Possiamo migliorare nel gioco, essendo diversi tatticamente e con una certa disponibilità fisica. Poi serve la testa, con una mentalità che deve essere al mille per cento in tutti i secondi della partita. Dopo Zagabria, succede sempre qualcosa sui gol subiti».

La Lazio

«L’essere umano è pieno di ricordo, è normale. Ma anche se domani ci fossero stati i miei genitori a giocare con la Lazio io gioco per vincere. Li ringrazio per i tre anni stupendi, ma saranno avversari così com’è stato con Lazio e Inter. Baroni sta facendo un lavoro di qualità alla Lazio, ha un percorso dalla Serie C alla Serie A con più di 400 partite. Complimenti, sta facendo un buonissimo lavoro. Dopo la Lazio abbiamo due partite in due settimane e lavoreremo su certe cose su cui non abbiamo mai lavorato. Il nostro inizio di stagione è contro la Lazio».

Work in progress

«Qua si parla di calcio. Per il tempo che ho a disposizione io voglio sicuramente lavorare per giocare in un altro modo, da martedì comincerò a lavorare sul campo e non solo sulla lavagna. Lavorerò su un altro sistema senza dubbio. Nel mio passato ho giocato 433, 442, 4231, 352, 343, i giocatori si devono sentire a loro agio con e senza palla. Dobbiamo definire le nostre zone sugli avversari per sapere quando e dove pressare: si lavora sul campo. Sicuramente lavorerò, se avrò il tempo… È una battuta, sto scherzando. Ma per gli allenatori è così, è normale, fa parte della vita, non ho problemi».

I singoli

«Reijnders ha fatto gol a Torino e lui è sempre molto presente nella costruzione, di inserirsi in area. È vero che sta giocando un po’ più basso, ma si sta muovendo bene. Tutti possono dare di più, anche io. Pulisic a Bologna il dottore mi ha detto che non poteva iniziare la partita la mattina stessa. E io devo trovare la soluzione in quel momento. Joao Felix non doveva giocare titolare. Pulisic ha un piccolo problema fisico e dobbiamo gestirlo e si vede nella sua freschezza. Joao Felix è molto bravo tra le linee. Secondo me tocca troppo volte il pallone e si sposta in zona dove non deve, perché abbiamo bisogno di una seconda punta e non di un centrocampista difensivo. Lui deve essere decisivo: non si deve trovare lontano dalla porta, ma cercare di fare la differenza negli ultimi 30 metri».