Milan, Conceicao: “Per me conta solo segnare. Andrò avanti con…”
Paulo Fonseca ha svuotato il suo armadietto di Milanello. Dopo il pareggio contro la Roma, il Milan ha deciso di esonerarlo dopo averlo mandato al macero davanti alle telecamere, con la lettere dell’esonero già pronta e solo da inviare. A ereditare la sua squadra, a vestire i suoi panni, sarà a partire dalla Supercoppa Italia l’ex esterno Sergio Conceicao che, nel pomeriggio di oggi, è stato presentato in conferenza stampa dalla dirigenza rossonera, rappresentata da Zlatan Ibrahimovic, e che ha raccontato quella che sarà la sua idea di calcio applicata ai giocatori del Milan che avrà a disposizione in questa sua nuova avventura.
«Sono orgoglioso di essere in un club importante come il Milan e dobbiamo rendere orgogliosi i tifosi. Non c’è molto tempo per preparare la prima partita, ma non vogliamo scuse. Se sono qui significa che tutto non è andato bene finora e come dice Zlatan la colpa non è stata solo di una persona. Non voglio entrare nei dettagli, non sarebbe corretto verso un allenatore serio, bravo e una persona che conosco da tanti anni. Ci sono sicuramente diversi fattori che contribuiscono a una situazione. Non bisogna dimenticare che ogni settimana la Serie A propone un ostacolo difficile».
Chi è Conceicao
«Sono uno che dorme poco, che vuole conoscere tutti i dettagli di un club, dal presidente al magazziniere che cura l’erba del campo di allenamento. Voglio arrivare al più breve tempo possibile a una conoscenza di tutto con il mio staff, anche perché di tempo ce n’è poco. Subito dobbiamo giocarci un trofeo. La mia uscita dal Porto non è stata facile, ma il timing non è fondamentale per me. Ogni settimana in Portogallo usciva un club diverso interessato a me. Finora in 24 ore è stato tutto molto veloce. Ho scelto il Milan perché storicamente è uno dei club migliori al mondo. Non ho avuto dubbi nello sceglierlo appena sono stato cercato. Difficilmente cambierò, ormai sono allenatore da tanto tempo e ho 50 anni. Ci saranno sempre 11 giocatori più contenti degli altri, ma voglio che tutti diano il massimo in allenamento. Nei grandi club c’è la pressione e tutti devono convivere con questi aspetti. Come ho detto ai giocatori, si può parlare tanto ma poi dovranno arrivare i risultati».
Scelte tattiche
«Io andrò avanti con le mie convinzioni a livello tattico. Il modulo è secondario rispetto alle mie dinamiche e ai miei principi, ogni tanto studieremo l’avversario ma in primis dobbiamo lavorare su noi stessi. Il calcio per me è semplice, in una porta bisogna segnare e difendere l’altra. Il calcio dominante per me significa solo vincere, possesso palla e tiki-taka non mi interessano, voglio solo metterla dentro. Al momento lavoriamo con i giocatori a disposizione, ma non voglio scuse e ho fiducia nella rosa. Chiaro che sia meglio avere tutti a disposizione, ma gli infortuni fanno parte dello sport e ora mi concentro su quelli che ho».
Rapporto con squadra e società
Per me non ci sono differenze nello spogliatoio, da chi ha 17 anni fino a chi ne ha 34, voglio tutti portare al loro massimo e al loro limite in allenamento. Poi qualcuno di sicuro mi viene a parlare in privato e per ogni giocatore mi relaziono in maniera diversa, a me interessa occuparmi della storia personale dei giocatori. I comportamenti dei giocatori sono giustificati dalla loro storia, dalla loro famiglia. Ho già parlato con tutti. A me piace avere a che fare con tutte le aree. Oggi ho parlato col nutrizionista, spesso cerco di relazionarmi con medici e fisioterapisti sul recupero dei giocatori. Dobbiamo tutti remare nella stessa direzione. Bisogna arrivare tra le prime quattro in campionato, abbiamo un titolo subito da giocarci e vedremo in Champions come andrà. Siamo il Milan!