Serie A

Inter, dopo Commisso anche Pecci: “Dovrebbe giocare in quarta serie”

Dalla situazione in casa Fiorentina e Bologna all'Italia di Spalletti: l'ex centrocampista dice tutto
Eraldo Pecci
Eraldo Pecci (Getty Images)

Dopo il duro attacco del presidente della Fiorentina Rocco Commisso, a lanciare un’altra bordata all’Inter è l’ex centrocampistra, tra le altre, di Bologna, Torino e Fiorentina, Eraldo Pecci che, dal palco del Premio Nazionale Romano Fogli Classe e Lealtà Mondiali, ha sentenziato: “Dovrebbe giocare in quarta serie per i debiti che ha”. A proposito dei granata ammette: “Vanoli mi piace. Mi piacciono molto gli allenatori bravi. Quelli bravi sono Thiago Motta e Conte perché uno ha fatto spendere 160 milioni alla Juventus, l’altro 150 a De Laurentiis. Il Torino arriva sempre nono, decimo o undicesimo. Se arriverà quinto saremo tutti contenti, ma aspettiamo almeno Natale per dare giudizio”.

Pecci sulla Fiorentina e il Bologna di Italiano

Sulla Viola commenta: “Quando è arrivato Italiano sembrava che avesse una carica che dovesse esplodere in qualche maniera, poi, malgrado abbia giocato qualche finale, l’ha un po’ persa. Mi sembra un po’ sgonfia, vediamo se riesce a rigonfiarsi e a fare il pieno. Sul centrocampo mi esprimerò tra qualche giornata”. Circa la “falsa partenza” di Vincenzo Italiano sulla panchina del Bologna spiega: “Mi esprimo a fine campionato… Le prime non contano niente, Pioli e Allegri erano partiti bene l’anno scorso, poi sono stati allontanati. Se ne parlerà più avanti, ora è sciocco farlo”.

Pecci sulla nuova Champions e il caso Leao-Theo

L’ex centrocampista non è convinto dalla nuova Champions League: “Sono scettico. Anche se vinci un’amichevole sembra che hai vinto il Mondiale. Cosa c’entrano la quinta e la sesta in Champions? La deve fare la prima… Tutto scorre dietro i soldi, non ci sono mai stati tanti soldi, così come non ci sono mai stati tanti debiti. Forse sarà il caso di rivedere il meccanismo”. Sul caso Leao-Theo Hernandez al Milan non si nasconde: “Credo che si siano comportati male, anche nel rispetto dei compagni. Il gruppo è il gruppo, è importantissimo. Tutti si aspettano da loro delle prestazioni da leader, sono loro che fanno la differenza. Fare una gara bene e una male non basta, se fai il calciatore e sei permaloso, vai a fare la merenda da solo, non va bene”.

Pecci sull’Italia di Spalletti

Pecci, infine, dice la sua sull’Italia di Luciano Spalletti: “L’altra sera abbiamo visto 6 centrocampisti e 3 difensori, come all’epoca di Bearzot. A volte per andare avanti bisogna tornare indietro, tutti questi scienziati… Bisogna mettere in campo la gente che sa giocare a calcio, la tattica serve a chi è più debole. Se un pugile viene menato deve capire come non farsi menare, ma sennò non ti serve. Spalletti all’Europeo non mi sembrava lui neanche nelle dichiarazioni, aveva perso la misura. Un allenatore non ti fa giocare bene, non gli vanno dati troppi meriti o colpe. Vince il campionato sempre il Real Madrid, il City, il Bayern… Chiunque sia l’allenatore. Come mai?”.