Serie A

Djorkaeff: “L’Inter può vincere anche in Europa. Thuram non mi sorprende”

L'ex centrocampista francese, in nerazzurro dal 1996 al 1999, parla della formazione di Simone Inzaghi e del connazionale, trascinatore in questo avvio di stagione
Youri Djorkaeff, ex centrocampista francese all'Inter dal 1996 al 1999
Youri Djorkaeff, ex centrocampista francese all'Inter dal 1996 al 1999 (getty Images)

Youri Djorkaeff, 127 presenze e 39 gol all’Inter dal 1996 al 1999, è rimasto legatissimo ai nerazzurri. Dei suoi anni a Milano si ricordano la Coppa Uefa vinta contro la Lazio nel 1998 ma soprattutto il meraviglioso gol alla Roma il 5 gennaio 1997, ritenuto tra i più belli della storia del calcio, che divenne la copertina dell’abbonamento per la stagione seguente. A proposito della formazione di Simone Inzaghi il francese, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, ha commentato: “Può vincere altri scudetti e migliorarsi anche in Champions League. Lo ha dimostrato nelle ultime stagioni di potersi ritagliare un posto anche nell’Europa che conta, magari sfruttando la nuova formula della competizione”.

Djorkaeff su Marcus Thuram

Sul connazionale Marcus Thuram, figlio del suo ex compagno ai Galletti Lilian e trascinatore dell’Inter in questo avvio di stagione, Djorkaeff rivela: “Non mi ha sorpreso, perché lo conosco bene e conosco bene pure la società. L’Inter è il posto giusto per lui. Giocare a San Siro ti fa crescere e sentire la fiducia per segnare. Marcus oggi si trova nel ruolo dell’attaccante che deve sempre fare gol. Magari è una situazione un po’ nuova per lui, ma deve abituarsi e lo sta facendo nel modo giusto, trasmettendo gioia di giocare e voglia di lottare”.

Djorkaeff sul Pallone d’Oro

A differenza del compagno di reparto, Lautaro Martinez, lui non è però nella lista dei papabili vincitori del prossimo Pallone d’Oro. Sul trofeo assegnato da France Football Djorkaeff non ha dubbi: “In realtà, il Pallone d’Oro non mi interessa più di tanto. Anzi, non lo trovo neanche così importante per un giocatore. L’importante è vincere la Coppa del Mondo, la Champions League, gli scudetti. Sapere chi è più forte o no è una cosa estemporanea. Sono contento per chi lo vince, ma posso dire che ho giocato con vari Palloni d’Oro, da Weah a Ronaldo a Zidane e tutti mi dicevano la stessa cosa: il Pallone d’Oro non gli cambiava la vita. Era una parentesi in una stagione e nient’altro”.