Atalanta, è finita con Gasperini: le sue parole specchio di una realtà celata
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Dopo l’eliminazione in Champions League contro il Club Brugge si era capito che qualcosa non andava in casa Atalanta. L’uscita di Gasperini su Lookman e sul rigore sbagliato dall’attaccante nigeriano, ma anche la frecciatina non troppo velata lanciata alla società sono il risultato di rapporti tesi che vanno avanti da quest’estate, ma che si sono intensificati soprattutto durante il mercato di gennaio, quando non è stato accontentato con i profili che voleva. Sono 500, circa, i milioni che la Dea ha ottenuto dall’arrivo di Gasp in panchina, il tecnico se ne prende buona parte dei meriti e chiede che vengano reinvestiti per mettergli a disposizione non solo una squadra competitiva per la Champions, ma anche per traguardi più ambiziosi.
Gasperini dice addio all’Atalanta?
Chiede, anzi chiedeva. Sì, perché le ultime parole del tecnico, alla vigilia della partita contro l’Empoli, parlano di addio, di una decisione già presa e che resta da decidere solo quando e, soprattutto, come si concretizzerà. Gasperini ha un contratto fino al 2026 con l’Atalanta, lo ha rinnovato un anno fa ed è uno dei tecnici più pagati della Serie A, ma non basta. Il problema non era economico, ma di durata e il fatto che non sia stato accontentato presuppone il fatto che anche in società non ci sia la convinzione che debba essere lui il tecnico del futuro. Arrivato nel 2016, a distanza di 9 anni (al termine di questa saranno ben 10 stagioni) una profonda e bellissima storia d’amore potrebbe concludersi con l’amarezza di un addio forse non proprio dei più felici.
Le parole di Gasperini
«Giustamente, come hanno detto in tanti c’è un inizio e una fine, vedremo a fine anno se andare a scadenza (2026, ndr) o di interrompere. Non ci saranno ulteriori rinnovi e continuità». Si conclude con queste parole la favola Atalanta? Prove di addio con una data non ancora stabilita. A giugno o tra un anno, tutto sembrerebbe ormai già scritto, la strada tracciata: Gasp si è sbilanciato con le parole, ora si attendono quei fatti che lo hanno sempre contraddistinto sul campo, ma non solo.