Real Madrid, il primo italiano a vestire la camiseta blanca
Se pensiamo agli italiani che hanno indossato la maglia del Real Madrid, il pensiero va subito a due nomi su tutti. Il primo è ovviamente quello di Antonio Cassano. La sua presentazione ai Galacticos fu storica e nella storia è rimasta impressa quella foto ancora oggi attuale. Il giacchetto con la pelliccia al collo, la maglia con il numero 19 a separarlo da Florentino Perez che nel lontano 2006 decise di puntare su di lui, dopo averlo visto in grande spolvero con la casacca della Roma, quando faceva grandi cose al fianco del rimpianto Francesco Totti.
Un primo impatto che lasciava già trapelare tutto, un disastro annunciato fin dalle prime ore della sua avventura ‘Galactica’. A distanza di anni, però, per Cassano quel momento resta motivo di vanto e allo stesso tempo di vergogna: «Il peluche sul collo? Bisogna avere i co***oni per presentarsi al Real Madrid. Loro volevano che mettessi giacca e cravatta, ma se mi vogliono io sono così. Per questo mi sono presentato con quel peluche. A distanza di tempo, però, mi vergogno». La sua prima e unica avventura spagnola durò un solo anno, tra tante polemiche e pochi, pochissimi ricordi positivi.
Cannavaro, dal Mondiale al Real Madrid
Quell’anno in casa Madrid, però, Cassano non fu l’unico ‘azzurro’ a trasferirsi. Insieme a lui, dalla Juve, arrivò un Fabio Cannavaro fresco di vittoria del Mondiale e che, di lì a poco, verrà premiato con il Pallone d’Oro, massimo riconoscimento individuale per un calciatore.
L’esperienza del difensore italiano fu sicuramente più felice. In tre anni sono 118 le presenze complessive, per quello che diventò un punto fermo dei Blancos, capace di emergere per qualità e leadership. Il suo addio si consumò solo nel 2009, quando a richiamarlo fu una Juve rinata dopo lo scandolo di Calciopoli che la vide tra le protagoniste.
Panucci, il primo azzurro Galactico
Cassano e Cannavaro sono sicuramente i due giocatori più iconici se si pensa a calciatori italiani che sono passati per Madrid. Eppure, non sono gli unici e neanche i primi. Alla lista, infatti, va aggiunto anche il nome di Christian Panucci che fece il loro stesso percorso, ma anticipandolo di ben 6 anni.
Correva il 1997, quando gli scout del Real Madrid scovarono in quel di Milano il terzino ideale su cui puntare. Panucci, d’altronde, veniva da una super esperienza al Milan. In rossonero, nei quattro anni precedenti erano 6 i trofei che era riuscito ad alzare al cielo: una Champions League, due Scudetti, due Supercoppe Italiane e una Supercoppa Europea.
Un’avventura degna dei grandi campioni, degna di chi, dopo aver concluso la parantesi milanese, decise lecitamente di accettare l’offerta di quello che era, e probabilmente è ancora oggi, il club più importante del mondo. Panucci a Madrid si impose, come da aspettative. Nei due anni passati nella Capitale spagnola si ritagliò un posto da titolare, scendendo in campo ben 96 volte e realizzando 6 gol e 6 assist.
Un bilancio da top che, però, non fu sufficiente per convincerlo a rimanere. La titolarità con il Real non bastò per spingerlo a rifiutare l’offerta dell’Inter che nel 1999 lo riportò in Italia, concludendo l’avventura del primo ‘azzurro Galactico’.