Italia, Spalletti: “Chiesa? Fa la differenza. Dopo l’Europeo…”
Preferisce Maradona a Pelè, ma non Messi a Ronaldo, nonostante il primo sia più difficile da marcare. Su quest’ultimo tema ha preferito non esprimersi. Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale italiana, si è espresso chiaramente sulla diatriba che da decenni accompagna il calcio mondiale su chi è più forte di chi. L’allenatore di Certaldo, in questo senso, i dubbi li ha chiarissimi per quel che concerne la sfida tra Argentina e Brasile, meno quando si viene ai giorni d’oggi, quando le due leggende si sono affrontate davvero, sullo stesso campo, nello stesso calcio, scrivendo la storia di questo sport. Si è parlato di questo, ma soprattutto di Nazionale nel corso dell’intervento di Spalletti alla ‘Domenica Sportiva’. Il c.t. azzurro ha parlato della sua rosa, dei suoi giocatori e ha detto la propria opinione sul cammino e la situazione di alcune squadre in Serie A e concentrandosi anche su alcuni singoli.
Spalletti sul centrocampo dell’Italia
«Ho chiamato molti centrocampisti, perché un giocatore di questo reparto ha di suo la disponibilità a creare una squadra forte, è sempre in sintonia con tutto ciò che ha intorno, è sempre disposto a dare una mano a chiunque perché è nel mezzo del gioco. La Germania è una squadra forte, e tosta, ma noi vogliamo giocare queste partite e portarcele a casa».
Federico Chiesa
«Va oltre l’ostacolo da solo crea situazioni di vantaggio per la squadra, prende, ti guarda negli occhi, va di là e offre situazioni da solo. Ma è chiaro che deve cominciare a giocare con più continuità. Se avrebbe fatto bene a rimanere in Italia? Non lo so, ma forse ora avrà conoscenze che gli serviranno per crescere ancora. In Premier il ritmo è troppo alto? Per me può aiutare qualsiasi squadra in qualsiasi campionato, ma dal punto di vista dell’impatto fisico dobbiamo fare dei passi avanti. Anche con la Francia abbiamo sofferto un po’ la loro stazza e intensità di ritmo. Sotto questo punto di vista dobbiamo fare dei passi avanti come calcio».
I pensieri post-Europeo
«Dopo il gol preso a Parigi (contro la Francia, ndr) ho pensato che non ci eravamo lasciati alle spalle quelle cose che ci avevano fatto fare brutta figura nella partita contro la Svizzera. C’era da riprendere in mano una situazione in cui avevamo fatto vedere troppi punti da dover correggere. Però poi nei pochi allenamenti che avevamo fatto avevo notato cose importanti, che mi avevano fatto tornare il sorriso e che nel seguito di quella partita si sono viste».
Il Napoli di Conte
«Il Napoli sta facendo un grande campionato si vede un’identità di squadra ben precisa, sono forti e hanno un allenatore forte, e un ambiente fortissimo. Lobotka? Uno di quelli che ha determinato molto: chi gioca in quel ruolo deve essere il faro della squadra, e lui lo è».
Il momento di Lorenzo Pellegrini
«La situazione che sta vivendo la Roma, probabilmente, non lo aiuta è un calciatore che ha qualità, dovrebbe sviluppare bene in un contesto di classifica differente, adesso la Roma deve pensare a portare a casa dei punti e diventa più operaia in tante situazioni per poi esibire la qualità di alcuni calciatori. Pellegrini è un giocatore sotto osservazione in questo momento come lo è stato precedentemente».