Mourinho a tutto tondo: dai rimpianti alla partita ‘perfetta’ fino al futuro
José Mourinho ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport. «Il calcio è il regno della superficialità e dei luoghi comuni e un’etichetta non si nega a nessuno. Di solito quando la gente parla di me pensa a cosa è successo quindici, dodici, otto o dieci anni fa. Chi sono i fenomeni del calcio? Gli allenatori bravi che non sanno vincere, gli esperti dei social media e gente che ha potere decisionale ma che sa di calcio come io di fisica dell’atomo» ha dichiarato il portoghese.
Sull’addio alla Roma
«Rimpianti? Il no a Florentino Perez perché volevo tornare al Chelsea dopo tre anni in Spagna di grandi lotte e poi il mancato addio alla Roma dopo la finale di Budapest non per il casino combinato da Taylor, ma per il fatto di non essermene andato subito. Avrei dovuto lasciare la Roma, non l’ho fatto e ho sbagliato» ha spiegato Mourinho.
La partita perfetta
Lo Special One ha poi aggiunto: «La partita perfetta? Uhi, difficile rispondere… Porto-Lazio 4-1, semifinale Uefa 2002-2003? Loro hanno segnato dopo 50 secondi e in seguito non hanno più toccato palla. Inter-Bayern 2-0, dopo un minuto si sapeva già chi avrebbe vinto. Manchester-Tottenham 1-6, e avrebbero potuto essere 7, 8, 9. È altrettanto complicato non trovare una partita perfetta nei miei Chelsea che hanno mangiato la Premier».
Sul futuro
Infine, ha parlato del suo futuro: «Tornerei in Italia? Certo. Nel mio futuro c’è una nazionale? Sì. Voglio giocare un Europeo o un Mondiale, unire un Paese intorno alla sua nazionale nello stesso modo in cui sono riuscito tante volte con i club e i tifosi. Voglio farlo per il calcio, per quello che questo sport rappresenta. Sarà incredibile».