Calcio

Il calcio delle favole: l’impresa epica del Verona di Bagnoli 

Ancora prima del Leicester il Verona delle sorprese conquistò il suo primo e unico storico scudetto
Verona
Verona, Bagnoli (Getty Images)

Forse c’è un motivo per il quale il calcio, alla fine, è lo sport più bello del mondo. Lo è perché è ancora capace di far innamorare grandi e piccoli, di scrivere delle storie bellissime, di far diventare realtà anche i sogni più reconditi. Così nell’ormai lontano 2016 in Premier League si compiva una delle favole più belle ed eterne della storia del calcio, quella del Leicester

112 anni di storia non avevamo mai regalato una gioia così grande ai tifosi delle Foxes che, anzi, per decenni hanno seguito la loro squadra mentre militava in campionati minori. Tutto cambia in quella stagione con Claudio Ranieri alla guida di un gruppo diventato leggenda. Un operaio che si scopre talento come Vardy, un figlio d’arte che si libera dal cognome del padre come Kasper Schmeichel, un ragazzo di nome Mahrez che esplode e poi Huth, Morgan e Drinkwater, solo per citarne alcuni. Una favola, appunto, che ha fatto innamorare tutti e che, ancora una volta, ha dimostrato come, a volte, anche Davide può battere Golia.

Verona, l’impresa dell’Hellas del “Mago della Bovisa”

Quella del Leicester è sicuramente la favola più recente ma anche in Italia, nel lontano 1985 un club ha scritto per sempre il suo nome nella storia del calcio italiano. Una provinciale capace di vincere uno scudetto, quell’Hellas Verona dei miracoli in grado di battere squadre che avevano nel loro organico giocatori del calibro di Zico, Platini, Falcao; guidato in modo egregio da Osvaldo Bagnoli, detto anche il “Mago della Bovisa”. 

In quella stagione gli scaligeri si resero protagonisti di imprese indimenticabili come il gol senza scarpa messo a segno dal danese Preben Elkjaer nella vittoria per 2-0 contro la Juventus o ancora il netto successo per 3-1 sul Napoli di Maradona (appena arrivato al Barcellona). Ma anche la vittoria all’Olimpico contro la Lazio e il pareggio a reti bianche contro il Milan per un totale di 43 punti frutto di 15 vittorie, 13 pareggi e due sconfitte in una Serie A a 16 squadre. Il 12 maggio del 1985 è la data della storia: l’1-1 di Bergamo contro l’Atalanta permette al Verona di laurearsi Campione d’Italia davanti a Torino e Inter con una giornata d’anticipo. All’ultima giornata il roboante 4-2 sull’Avellino è la passerella perfetta per un gruppo che da quel giorno rimarrà eterno.

Verona, l’undici titolare che ha fatto la storia

Claudio Garella, Mauro Ferroni, Luciano Marangon, Roberto Tricella, Silvano Fontolan, Hans Peter Briegel, Piero Fanna, Domenico Volpati, Giuseppe “Nanu” Galdersi, Antonio Di Gennaro, Preben Elkjaer Larsen, questo l’11 titolare completato da Sergio Spuri, secondo di Garella, Fabio Marangon, Dario Donà, Antonio Terracciano e Francesco Turchetta. Sono questi i nomi che hanno consegnato il Verona alla storia, che hanno regalato ai tifosi dell’Hellas il primo e unico scudetto della loro storia, che hanno confermato, ancora una volta, che il calcio non sarà mai solo un semplice sport.