Eric Cantona e quel folle, volante, calcio ad un tifoso
Il prossimo 29 gennaio, il calcio di Eric Cantona verso il tifoso del Crystal Palace, reo di averlo insultato dopo un’azione di gioco, compirà 30 anni. Non proprio un anniversario di cui vantarsi, anzi, ma che dice tanto su un personaggio che ha fatto tanto parlare di se in carriera, nel mondo del calcio e non solo. Il protagonista in questione appunto è Eric Cantona, marsigliese classe ’66 di professione centravanti. Auxerre, OL, Bordeaux, Montpellier, Nimes e poi l’Inghilterra, prima la parentesi al Leeds, poi le cinque stagioni allo United: c’è tutto questo nel suo passato da calciatore, due Paesi, due campionati, tanti gol e giocate spettacolari, condite dalla quella follia che sempre lo ha contraddistinto, nel bene e nel male.
Eric, genio e follia di un calcio che non c’è più
“Sono molto orgoglioso che i tifosi cantino ancora il mio nome allo stadio, ma ho paura che si fermino. Ho paura perché lo amo. E ogni cosa che ami, hai paura di perderla”. Così Cantona in un’intervista datata 2004, sette anni dopo aver appeso le scarpe al chiodo, e che riassume tanto del legame tra lui e i tifosi dei Red Devils. Quel colletto alzato, la maglia rosso fuoco, i tocchi magici al pallone e le sue espressioni, uniche ed irripetibili. Tanto genio, tanto folle, soprattutto in quella fredda sera di gennaio a Londra, quando la sua carriera, ormai in discesa, prese però una piega spiacevole.
Riavvolgiamo il nastro. Stagione 94-95 in Premier. Dopo aver dominato i campionati precedenti, lo United vola in trasferta a Selhurst Park, la tana del Crystal Palace, e questa volta è costretto ad inseguire la capolista del momento in Inghilterra, il Blackburn. I Red Devils vogliono recuperare quello svantaggio, ma il periodo non è dei più distesi e semplici, anche in campo. Cantona viene subissato di colpi, calci e trattenute, per un tempo intero e, ad inizio della ripresa, sbotta, definitivamente.
Shaw, centrale del Palace, continua a provocarlo, e così, a palla lontana, Cantona decide di rispondere, dando un calcetto al centrale inglese: un episodio che però non sfugge al direttore di gara, il quale decide di espellere la punta dello United. Rosso diretto, senza sconti, che Eric accoglie rientrando lentamente negli spogliatoi, o quantomeno provando a farlo senza peggiorare ulteriormente la situazione. E invece, è proprio in quel momento che si scatena tutto.
Dalle tribune, piovono insulti pesanti, uno dietro l’altro, Cantona li ascolta e inizialmente li manda giù ma alla fine non ci vede più. Ed è lì che si libera dalla stretta del magazziniere del Manchester e fa partire un calcio volante col destro, che colpisce in pieno petto con i tacchetti un tifoso del Crystal Palace, sceso una ventina di file per insultare da bordocampo l’attaccante francese. Si chiama Matthew Simmons, giovane fan del Palace, il cui nome non verrà più dimenticato in Inghilterra. Nel paese, i giorni seguenti non si parlava d’altro e della condotta di Cantona, non proprio apprezzata all’epoca anche al di fuori del rettangolo verde.
“È stata una bellissima sensazione…”
Il risultato del calcione al tifoso? 9 mesi di squalifica e un mare di polemiche, che si placarono soltanto con il passare del tempo. Le scuse di Cantona una volta accaduto l’episodio, infatti, non servirono ad alleggerire la pena. Ancora oggi, sul web, il video che ritrae il francese dare un calcio volante (e violento) contro Simmons aumenta il proprio numero di visualizzazioni di giorno in giorno. Oltre alla squalifica, Cantona fu rinviato a giudizio e, in primo grado, condannato a due settimane di carcere (sentenza ridotta in appello a 120 ore di servizio civile). Privi della loro stella, la squadra di Ferguson perse il campionato.
“Ho detto in passato che avrei dovuto colpirlo più forte, ma forse domani dirò qualcos’altro. Non posso pentirmene. È stata una bellissima sensazione. Ho imparato e penso che anche lui lo abbia fatto. Nove mesi fuori sono stati un lungo periodo e per un po’ ho sofferto, ma grazie a Ferguson abbiamo vinto il double con una nuova generazione”.
Non si scusò mai davvero per il gesto compiuto, come si legge in quest’intervista da lui rilasciata nel 2017, ben 22 anni dopo l’accaduto. Ma anche questo è Eric Cantona: icona del calcio degli anni ’90, leader forte e talentuoso, quanto contrario e ribelle.