Dario Hubner, l’attaccante italiano unico nel suo genere
Esiste un solo giocatore ad aver vinto la classifica marcatori in Serie A, B e C: l’unico e solo Dario Hübner. ‘Tatanka’ è il bomber per eccellenza e per definizione, perché quando sei capace di segnare a raffica dai dilettanti alla A, allora non esiste aggettivo migliore che ti possa descrivere a pieno. Bomber di un calcio romantico, che non tornerà più, come il ruolo che ricopriva ai tempi nei nostri campionati: una punta che oggi sarebbe definita quasi atipica, fisica, rocciosa, ma anche rapida, capace di giocare di fino, nonostante la stazza, e di essere letale sotto porta. Con queste doti, e non solo, Hubner ci ha costruito un’intera carriera, dalla Muggesana al Cavenago, passando per Fano, Cesena, Brescia e Piacenza, lì dove ha lasciato maggiormente il segno, rompendo record su record.
Il primo acuto a Fano, in C1, nel 91/92
In una recente intervista Hubner dichiarava questo – “Fino a vent’anni giocavo in Prima Categoria e lavoravo, facevo il fabbro. Ho fatto un paio di tornei e il direttore sportivo del Treviso mi ha visto e mi ha chiamato per fare il ritiro con la squadra che era in C2, ma che quell’anno retrocesse in Interregionale. Io sono passato da fare il fabbro a giocare a calcio. Ho detto ‘Provo un anno e poi vedo…'” -. È cominciata così una delle storie più belle di questo sport. Lavoro, calcio, calcio, lavoro: una storia come quella di tanti, ma non di tutti.
I primi provini superati, le prime esperienze in un calcio sempre meno dilettantistico e più proiettato verso il professionismo, poi la chiamata tra i pro, al Pergocrema, nell’allora C2. Dalla Lombardia alle Marche, un anno più tardi, tra gol e promozione, che arriva puntuale alla prima stagione a Fano, dalla C2 alla C1 nell’estate di Italia ’90. Alla terza stagione in granata (91/92), il primo vero e meritato riconoscimento personale: il titolo di capocannoniere della Serie C1, con 14 reti in 31 partite. Per Hubner, che ormai ha tutti i riflettori della cadetteria puntati verso sé, questi gol sono il biglietto per volare spedito nel calcio che conta.
La Romagna chiama, il ‘Tatanka’ risponde
Dopo i numeri eccellenti collezionati in Serie C, la carriera del ‘Tatanka’ (così era soprannominato perché il suo scatto ricordava quello di un bisonte) comincia a prendere una piega decisamente interessante e, al termine della sua annata più prolifica – fino a quel momento – da calciatore, viene acquistato dal Cesena.
Nelle cinque stagioni in Romagna, va sempre in doppia cifra: 10, 12 e 15, i numeri nel dettaglio delle reti segnate nelle prime tre singole stagioni dall’attaccante originario di Muggia (bellissimo borgo in Friuli Venezia Giulia al confine con la Slovenia). Alla quarta, nel 95/96, il ‘Tatanka’ tira letteralmente giù le porte, e alla fine di quel campionato di B i centri saranno 22 (in 36 presenze, più un gol in Coppa Italia), numeri che gli valgono il titolo di miglior marcatore della categoria, il secondo nel giro di poco tempo. A neanche 30 anni, Hubner, è già nella storia del calcio italiano.
Brescia e Piacenza, le tappe della consacrazione
Nella stagione successiva, nonostante un rendimento comunque più che sufficiente del ‘Tatanka’ (15 gol in 31 gare), il Cavaluccio retrocede. Arriva quindi puntuale la chiamata del Brescia, direttamente dal piano di sopra, quello dei sogni: la Serie A. Un sogno coronato già da trentenne, ma non per questo meno scintillante, anzi. Con le Rondinelle Hubner continua a segnare e soprattutto a non soffrire il salto di categoria: con la maglia ‘a V’ disputa due campionati di A e due di B, sempre perennemente oltre la doppia cifra di reti segnate, dal ’97 al 2001, anno in cui torna a viaggiare qualche chilometro più a sud, con direzione Piacenza, confermandosi nel massimo campionato.
Stagione 2001/2002. Quella del 5 maggio e del Chievo dei miracoli, del Bologna che vede sfumare l’accesso in Champions perdendo l’ultima in casa del Brescia, salvo grazie al ritorno in extremis di Baggio (appena 3 mesi dopo il crac al ginocchio). Ma soprattutto è l’annata dei bomber. Ogni squadra ne ha uno: il Piacenza ha Dario Hubner, 35 anni e con una voglia matta di far gol. Per gli emiliani non è un’annata semplice, vissuta quasi sempre a ridosso della retrocessione, ma i biancorossi hanno una solida certezza, il ‘Tatanka’, che segna gol su gol, e sembra non fermarsi mai.
Arriverà a 24 (!), come David Trezeguet, contribuendo in maniera significativa alla salvezza del Piacenza, arrivata all’ultima giornata, bagnata proprio da una doppietta di Hubner, che raggiunge il suo primato personale e un record unico: capocannoniere nei primi 3 campionati italiani. Segnerà ancora il ‘Tatanka’, dalla A ai dilettanti, prima di dire basta, col sorriso stampato in faccia e con il cuore pieno di ricordi racchiusi in una carriera con la C maiuscola, da campione vero, dentro e fuori dal rettangolo di gioco.