Calcio

Com’è la routine pre-partita di un calciatore? Alimentazione, attivazione muscolare e stretching, ma non solo…

Una volta non era presa nemmeno in considerazione, o comunque non faceva parte del piano-partita. Oggi, invece, la routine pre-gara di un calciatore è parte integrante nella preparazione di un match

Una volta non era presa nemmeno in considerazione, o comunque non faceva parte del piano-partita. Oggi, invece, la routine pre-gara di un calciatore è parte integrante nella preparazione di un match. Riposo, alimentazione e attivazione muscolare, per arrivare pronti, sciolti e carichi all’appuntamento, a questo poi, in diversi, aggiungono riti propiziatori o gesti scaramantici, speranzosi che possano aiutare a migliorare la prestazione. Ma indipendentemente dalle credenze (ognuno ha le sue), ogni sportivo, in questo caso ogni calciatore, sa che ogni dettaglio può fare la differenza, per lui e di conseguenza per il gruppo, in campo e soprattutto fuori.

La dieta del calciatore

Supporto nutrizionale a lungo termine, sostegno dello sforzo durante l’evento, apportando il giusto nutrimento per mantenere alto il livello di energie: la dieta del calciatore durante le ore precedenti ad una gara dovrà tenere conto almeno di questi tre princìpi e dovrà essere incentrata prevalentemente sull’apporto di energia e acqua.

Carboidrati e liquidi sono fondamentali in questo (anche diversi dalla semplice acqua, meglio se specificamente formulati per garantire un’idratazione ottimale): i primi serviranno principalmente per sostenere la glicemia, determinante per la funzione del sistema nervoso, i secondi, come detto, saranno essenziali per rimanere idratati, contrastando la sudorazione.

Per quanto riguarda invece la composizione del pasto principale, quella può variare dalle capacità di digestione della persona, ricordando che proteine, grassi e fibre, nell’immediato pre-gara, almeno dal punto di vista nutrizionale, non sono necessari, e anzi, rallentano la digestione. Fatta questa premessa, andando nel pratico, un piatto di pasta o riso, condito con un filo d’olio o con della passata di pomodoro, può essere il pasto principale ideale, con l’aggiunta magari di tonno o di ricotta, affiancando delle verdure, che consentiranno all’atleta una digestione più lenta e dilazionata.

Sempre nell’ambito del pre-gara – dunque dai 90/120 minuti prima di scendere in campo -, la frutta come dessert non è appropriata, in quanto fornisce fruttosio, meno rapidamente utilizzabile. Da evitare anche un digiuno prolungato o, al contrario, un pasto abbondante o troppo vicino al match.

L’attivazione muscolare

Si possono individuare 3 fasi diverse per il corretto riscaldamento. La prima riguarda il risveglio muscolare e l’attivazione aerobica. In questa fase del riscaldamento pre-partita, l’obiettivo primario è quello di svolgere esercizi di prevenzione e mobilità per attivare l’organismo e il meccanismo energetico di tipo aerobico, sollecitando l’elasticità muscolare attraverso esercizi a bassa intensità.

La fase due consiste invece nell’attivazione anaerobica. In questo lasso di tempo, lo scopo dell’atleta è quello di produrre un debito di ossigeno che verrà recuperato nel corso dello stesso riscaldamento, con l’intento di attivare il meccanismo anaerobico attraverso esercitazioni senza palla, o in alternativa con la palla, ad alta intensità e di breve durata.


La fase tre è quella della reattività. Attivati testa e muscoli, in questo terzo spezzone di riscaldamento il giocatore e il gruppo-squadra eseguiranno esercizi atletici brevi di rapidità con cambi di direzione, per dare la giusta carica e reattività alla muscolatura, abbinando a questi proposte tecniche tipiche del ruolo. Appena prima di rientrare negli spogliatoi, sarà il momento degli scatti, con distanze che possono variare (dai 3 ai 5 metri) e con l’aggiunta di cambi di direzione.

I “riti” prima dello start

A questo punto, l’atleta sarà pronto, attivato muscolarmente e mentalmente per la performance. Divisa, pantaloncini e calzettoni indossati, pacche sulle spalle e cenni di intesa coi compagni, e via, verso il rettangolo di gioco. Una routine stabilita così per tutti… o quasi. C’è infatti chi, ad un momento che per ogni sportivo può essere definito sacro, aggiunge un tocco personale o un rito, che lo possa aiutare a livello psicologico ad affrontare l’appuntamento.

Riti scaramantici, gesti ripetuti ogni volta all’infinito, senza cambiare mai: non tutti, ma in tanti hanno un rituale personale da seguire. Tra questi, anche campioni celebri come CR7, che nel pre-partita lascia a mollo i tacchetti nell’acqua calda e si infila sempre prima il calzino destro, oppure come Diego Armando Maradona, che baciava sempre il massaggiatore del Napoli Carmando ed entrava in campo saltellando sul suo magico piede sinistro. Ma anche il francese Blanc, che in Nazionale baciava la “pelata” del portiere Barthez, oppure Pippo Inzaghi, che prima di ogni sfida mangiava almeno una scatoletta di Plasmon.

Tra i bomber e le leggende del passato anche Crujiff, Eusebio, Lineker, avevano le loro “usanze”. L’olandese, infatti, aveva l’abitudine di schiaffeggiare nella pancia il portiere Bals quando era all’Ajax e di sputare la gomma da masticare nella metà campo avversaria prima del match. Il portoghese, invece, giocava con una monetina fortunata nella scarpa. Lineker, da bomber vero, nel riscaldamento non calciava mai in porta perché secondo lui “i gol non vanno sprecati”, e in più, se a fine primo tempo non riusciva a segnare, si cambiava maglietta. E se il digiuno da gol veniva prolungato? Semplice, a fine partita, andava a tagliarsi i capelli.

Ma anche in panchina i riti non sono mancati (e tutt’ora non mancano). Vedi Giovanni Trapattoni, che durante i Mondiali 2002 fu sorpreso a versare in campo dell’acqua santa che custodiva in una boccetta, oppure Valeriy Lobanovskiy, leggendario tecnico della Dinamo Kiev e della Nazionale ucraina: con lui allenatore nessuno poteva indossare la maglia numero 13 e per vincere ci doveva essere almeno un calciatore con i capelli rossi.