Calcio Estero

Corea del Nord, Kim Jong-un vieta le partite del Tottenham: il motivo

La Corea del Nord, su ordine di Kim Jong-un, non trasmetterà più le partite del Tottenham nel proprio Paese
Son, Tottenham
Son, Tottenham (Getty Images)

Il governo di un Paese e il calcio dovrebbero essere due realtà legate, ma solo per quanto concerne la gestione economica, sociale e culturale di un Paese. Quello che rappresenta uno degli sport più seguiti in tutto il mondo, non può e non deve essere mezzo per rafforzare la divisione tra due Nazioni ma, al massimo, andrebbe utilizzato per avvicinarli e unificarli nel segno della passione e della sportività. Una visione forse fin troppo utopistica, soprattutto in virtù delle notizie che arrivano da lontano, dalla Corea del Nord, là dove la decisione del leader supremo Kim Jong-un ha creato grande scalpore e divisione all’interno dello stesso Paese.

Le partite del Tottenham non verranno più trasmesse in Corea del Nord

Tutto nasce dalle note ostilità con la Corea del Sud. Ostilità che hanno origini ben radicate nel tempo e che non sembrerebbero particolarmente intenzionate a risolversi. Due Paesi che si ritengono reciprocamente “stati nemici” e che vivono anche di prese di posizioni come l’ultima di Jong-un che, di recente, ha reso noto che in Corea del Nord non verranno mai più trasmesse le partite del Tottenham per la presenza nella rosa di Ange Postecoglou di Heung Min Son, attaccante di origine sudcoreana e punto di riferimento degli Spurs. Una decisione che ha lasciato stupito il popolo nordcoreano, costretto a rinunciare alle sfide del club londinese, come già in passato avvenuto con il Brentford per la presenza tra i Bees di Kim Ji-soo. Chissà, però, se nei prossimi giorni Kim Jong-un se ne pentirà quando per un suo stesso ordine non potrà assistere alla partita del Tottenham contro il ‘suo’ Manchester United.