Olimpiadi

Olimpiadi, i dieci scandali più incredibili della storia dei Giochi

Non è sempre tutto rose e fiori alle Olimpiadi: ecco quali sono i dieci peggiori scandali nella storia dei Giochi Olimpici
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Olimpiadi (Getty Images)

È la regina delle manifestazioni sportive, in grado di incollare allo schermo milioni di persone e di farle appassionare a sport a volte mai visti. L’Olimpiade attira da sempre grandi attenzioni da parte degli appassionati sportivi di tutto il mondo, ma non sempre lo fa per motivazioni nobili. Nel corso della storia dei Giochi, infatti, non sono mancati scandali che hanno macchiato la bellezza dello spirito olimpico. Ecco, allora, i dieci più incredibili.

Schock Schwazer 

Olimpiadi di Londra 2012. È il 6 agosto e i Giochi sono nel pieno del loro svolgimento, quando arriva la notizia della positività del marciatore italiano Alex Schwazer all’Epo, sostanza proibita. Il test una settimana prima, dove l’Azzurro si stava preparando. Quindi un’ammissione che fa il giro del mondo: «Volevo essere più forte per questa olimpiade. Ho sbagliato, la mia carriera è finita. La mia vita nell’atletica è finita oggi».

I 100 metri più sporchi della storia

Usiamo la definizione dell’inglese Richard Moore per ricordare i 100 metri di Seoul 1988. L’oro, inizialmente, va al canadese Ben Johnson che batte Carl Lewis con il tempo di 9’’79. Tre giorni dopo la positività a steroidi anabolizzanti: via l’oro, che finisce all’inglese Lindford Christie. Ma a far notizia è il fatto che sei degli otto finalisti, prima o dopo, hanno avuto problemi con sostanze dopanti.

Il biscotto dall’Oriente

Londra 2012, otto atlete (quattro coreane, due cinesi e due indonesiane) vengono cacciate dai Giochi per aver giocato per perdere, con l’obiettivo di guadagnare migliori incroci di classifica, di fronte a pubblico e arbitri stupiti per quanto stava accadendo in campo.

Una notte a Parigi

Eliminato dai giochi, il giocatore di hockey su prato australiano Tom Craig va a cena con i compagni a Parigi. Poi si mette a girovagare in solitaria per la città, finché la polizia non lo coglie in flagrante mentre acquista cocaina da due spacciatori.

La spada magica

Montreal 1976, è in scena una delle prove del Pentathlon quando il sovietico Borys Onishchenko va a segno con ogni colpo nella scherma. Anche quando non colpisce l’avversario. Da qui la confisca della spada e la scoperta di un pulsante nel manico per far accendere il segnalatore.

Il caldo Rio 2016

Olimpiadi in Brasile, una delle atlete di casa, la tuffatrice Ingrid Oliveira, viene accusata e denunciata dalla compagna di stanza. Il motivo? Averla cacciata per passare del tempo con un uomo, il canottiere Pedro Goncalves. Lei conferma l’incontro, non di aver cacciato la compagna. Poi viene eliminata. 

La fuga

Atene 2004, i due velocisti greci Kostas Kenteris (oro nei 200 a Sydney 2000) e la compagna Ekaterina Thanou (argento a Sydney nei 100 metri) corrono veloci anche di fronte al test antidoping. Inscenano addirittura un incidente in moto e vengono inevitabilmente squalificati.

Reider accusato

Durante queste Olimpiadi, ha fatto rumore l’accusa di abusi sessuali rivolta nei confronti di Rana Reider, allenatore tra gli altri di Marcell Jacobs. Allontanato dal Villaggio Olimpico, Reider è accusato da tre donne per fatti non inerenti alle Olimpiadi di Parigi. 

La birra di troppo

Città del Messico 1968, bonzo nel Pentathlon a squadre per lo svedese Hans-Gunnar Liljenwall. Peccato che poi al controllo antidoping si scoprì un livello di etanolo sopra la media, giustificato così: «Forse ho bevuto qualche birra di troppo, ma l’ho fatto per tenere a bada i nervi prima della gara». Niente da fare per il Cio, che pensò ai betabloccanti e squalificò lo svedese. 

Il Gran Cerimoniere

Tokyo 2020, incredibile quanto accade al cerimoniere d’apertura Kentaro Kobayashi che viene licenziato di punto in bianco per il suo passato da comico e in particolare per una gag di basso livello sugli ebrei fatta durante uno spettacolo tv che viene rilanciato a inizio giochi. Inutili le scuse: licenziato immediatamente dal Cio.