Miguel Induráin: “Penso che Juan Ayuso e Carlos Rodríguez siano già fra i migliori 10 al mondo”
Il ciclismo spagnolo, che non vince un Grande Giro dal 2015, avrebbe tanto bisogno di un corridore come Induráin, il grande Miguel non il buon Prudencio, per rilanciarsi.
Il campione di Villava tra il 1991 e il 1995 conquistò cinque Tour consecutivi e piazzò due volte (1992 e 1993) la doppietta Giro d’Italia-Giro di Francia.
La nota stonata? Miguelón non è riuscito a trionfare nella Vuelta a España, competizione nella quale arrivò secondo dietro Melchor Mauri (uno dei vincitori di Grandi Giri meno titolati di sempre) nel 1991.
In una recente intervista rilasciata a Marca, Induráin ha parlato della situazione del ciclismo iberico.
Juan Ayuso e Carlos Rodríguez
“Ci sono Juan Ayuso e Carlos Rodríguez, che ormai sono al massimo livello. Sono giovani, ma vanno fortissimo. Stanno ancora crescendo, ma penso siano già fra i migliori 10 al mondo. In passato essere fra i primi 10 valeva molto, ma oggi o vinci o non vieni considerato granché. Bisogna però apprezzare che Juan e Carlos sono fra i favoriti delle gare a cui partecipano: sono ragazzi che lottano per la vittoria e di questo gli va dato sicuramente merito”.
Vittorie spagnole
“Non lo so. Ci sono rivali molto forti in questo periodo, ma mi aspetto che un successo non tardi troppo ad arrivare. Abbiamo buoni corridori, anche se probabilmente ci manca un finalizzatore. Vincere, nel ciclismo, è sempre difficile”.
L’importanza dell’età
“Sarei riuscito a reggere un eventuale salto tra i professionisti a 18 anni? Il ciclismo è sempre stato uno sport duro: era duro prima, è duro adesso e sempre lo sarà. È uno sport per pochi. È difficile e ha una discreta percentuale di rischio. È cambiata l’alimentazione e sono cambiati i metodi di allenamento. Ma tutto evolve, e bisogna tenere il passo”.