Ciclismo

Marco Villa esalta Viviani e aspetta Ganna

Il commissario tecnico della nazionale di ciclismo su pista ha parlato a ruota libera dopo i Mondiali di Ballerup
Filippo Ganna
Filippo Ganna (Getty Images)

Due volte campione del mondo nell’Americana con Silvio Martinello e tre volte vincitore della Sei Gironi di Milano, Marco Villa come commissario tecnico delle nazionali italiane di ciclismo su pista maschile e femminile sta ottenendo grandi risultati.

Ospite di Radio Anch’io Sport, Villa ha parlato dei recenti Mondiali di Ballerup e non solo.

Viviani ci ha provato fino all’ultimo giro, ha tentennato un po’ a un giro dalla fine. Se avesse anticipato Hansen, forse avrebbe avuto una chance in più. Ma è stato anticipato e ai 250 metri finali, quando si è accorto che la pedalata del danese era ancora piena, ha capito che non poteva recuperare. Ha fatto una bella prova, una bella Eliminazione che mi aveva fatto ben sperare. Bravissimo comunque per l’argento”.
La qualità principale di Viviani? “La professionalità in primis. Si è vista soprattutto quest’anno, a 35 anni ha preparato le Olimpiadi con l’entusiasmo di un 18enne alla prima esperienza. Mi ha stupito molto questa sua preparazione maniacale”.

Bene su pista, fatichiamo su strada: qual è il futuro del nostro ciclismo? “Guardo sempre il bicchiere mezzo pieno. Adesso è un ciclismo più difficile, prima era dominato da 4-5 nazioni. Ora il ciclismo si è aperto ad altre nazioni e sono diminuite le occasioni per vincere per tutte le nazioni che prima dettavano legge. È vero che da tempo non vinciamo i Mondiali su strada, però non è che siamo spariti, basti guardare il terzo posto di Ciccone al Giro di Lombardia, anzi il secondo posto degli umani se consideriamo Pogačar. Ora siamo in tanti che dobbiamo dividerci le fette della torta”.
Bilancio finale: “Abbiamo fatto un bel Mondiale, mi dispiace per la caduta del quartetto, che poteva andare a medaglia; a un giro e mezzo dalla fine eravamo in tabella per il terzo posto. Ma sono contento anche dei quarti posti”.

Filippo Ganna? “Dopo le Olimpiadi parte un quadriennio nuovo ed è giusto che almeno per i primi due anni, quando non c’è di mezzo la qualifica olimpica, si dedichi più alla strada. Ma lui a volte viene in pista per preparare la strada. Certamente punterà molto alla strada”.