Ciclismo

Jasper Philipsen: il numero tre del mondo elogia Merlier e Milan

Jasper the Master ha individuato in Tim Merlier e Jonathan Milan i riveli più pericolosi
Jasper Philipsen
Jasper Philipsen (Getty Images)

Dopo un extraterrestre sloveno e un fenomeno belga (Tadej Pogačar e Remco Evenepoel) nell’UCI World Ranking 2024 c’è un velocista olandese che una volta era detto Jasper Disaster e ora è Jasper the Master.
Capace di collezionare 51 successi in carriera, il 26enne Jasper Philipsen nel 2024 ha centrato 9 vittorie, compresa quella extralusso alla Milano-Sanremo.
In una lunga intervista a Marca il portacolori dell’Alpecin-Deceuninck ha parlato un po’ di tutto, anche del miglior ciclista italiano del momento.

Ranking UCI

“Sono molto contento. Il terzo posto nella classifica individuale, alle spalle di Pogačar ed Evenepoel penso dica tutto. Mi auguro di mantenere la stessa consistenza di risultati nella prossima stagione. In squadra mi trovo molto bene e ho deciso di rimanere alla Alpecin-Deceuninck anche per i prossimi anni. Siamo diventati uno dei migliori team del WorldTour: sappiamo che sarà complicato continuare a crescere come abbiamo fatto nelle ultime stagioni, ma sicuramente ci proveremo”.

Obiettivi 2025

“Il Tour de France 2025? Per me è uno dei grandi obiettivi dell’anno, ma mi interessano molto anche le Classiche di primavera“.

Tadej Pogačar

Tadej può essere competitivo anche nella Parigi-Roubaix. Tuttavia, penso che lui sia arrivato al massimo livello che poteva raggiungere. Credo sia complicato pensare di poter migliorare ancora”.

Da Disastro a Maestro

“A diffondere il soprannome di Jasper Disaster ha pensato anche il primo documentario di Netflix. Io comunque ho sempre puntato al massimo e ho tenuto alte le mie ambizioni. Poi, sono arrivate le vittorie e tutto il resto. E ora mi hanno soprannominato Jasper the Master. È bello aver cambiato la storia”.

I velocisti top

“Ci sono stati anni dominati da corridori come Mark Cavendish e Marcel Kittel. Adesso ci sono diversi velocisti molto forti come Tim Merlier e Jonathan Milan. E non bisogna dimenticare anche Dylan Groenewegen e Olav Kooij. È positivo che ci sia un livello simile perché spinge tutti noi a migliorarci”.