Europei Limburgo 2024, le pagelle: l’Italia illude, Merlier festeggia in casa
Pagelle Europei ciclismo 2024
Tim Merlier (Belgio): 10 e lode
Durante la corsa il 31enne di Wortegem-Petegem si vede solo in occasione di una foratura in un tratto di pavé; nel finale sfodera una volata irresistibile e mette in riga tutti gli sprinter più forti d’Europa (che poi sono i più bravi del mondo).
Per Tim Merlier si tratta della quattordicesima vittoria stagionale, la 48esima in carriera, la terza che porta in dote una maglia da indossare tutto l’anno dopo i successi ai Campionati belgi del 2019 e del 2022.
Madis Mihkels (Estonia): 10
Alzi la mano chi avrebbe puntato su una medaglia estone nella gara più prestigiosa degli Europei del Limburgo.
Dimostrando grani doti di velocista, Madis Mihkels, che in maggio ha compiuto 21 anni, si piazza terzo e lascia giù dal podio Jasper Philipsen, uno che ha vinto nove tappe al Tour de France e l’ultima Milano-Sanremo.
Olav Koij (Paesi Bassi): 8
Era l’uomo da battere insieme a Jonathan Milan: a differenza del friulano riesce a salire sul podio e tra una medaglia d’argento e un tredicesimo posto c’è una bella differenza, purtroppo.
Mads Pedersen (Danimarca): 7
Il campione del mondo del 2019, al pari dei suoi compagni di nazionale, fa il possibile per rendere dura la corsa e chiude sesto: ci ha provato!
Alexander Kristoff (Norvegia): 7
Campione d’Europa nel 2017, si presenta alla partenza galvanizzato dal successo del fratello Felix, che si è aggiudicato la gara degli juniores.
Chiude quinto, che a 37 anni è tanta roba.
Christophe Laporte (Francia): 6.5
Lotta come un leone per difendere il titolo europeo ma deve accontentarsi di un piazzamento in top ten (nono per la precisione).
Jasper Philipsen (Belgio): 5
Corre in casa da favorito ma chiude quarto e vede vincere il compagno di nazionale Tim Merlier, che non è il suo miglior amico.
Jonathan Milan (Italia): 5
Il tempo è dalla parte del velocista friulano ma deve imparare a gestire anche gli sprint più complicati, quelli in cui il fido Consonni lo abbandona al suo destino.
Italia: 7
Controlla la corsa alla grande ma commette due errori: si assume (liberando dalla fatica i belgi) troppe responsabilità (liberando dalla fatica i belgi) nel ricucire gli allunghi (da quello sul gruppetto con Mathieu van der Poel a quelli dei danesi nel finale) e si sfalda negli ultimi 500 metri.
Francia: 5
Ci chiederemo a lungo se la tattica dei transalpini (all’attacco quando non dovevano e nelle retrovie quando bisognava esserci) sia stata frutto dell’anarchia o di scelte bizzarre.
Spagna: 4
A un certo punto ci siamo chiesti se gli spagnoli ci fossero.